Comunicazione epistolare e persone in lutto: lo scambio di lettere ed e-mail come modalità di elaborazione.
L'esperienza dell'associazione Maria Bianchi

di Nicola Ferrari, responsabile della formazione


Davanti al dolore, sentiamo una duplice necessità: raccontare o tacere. Raccontare la propria tragedia, significa farla esistere nella mente di un'altra persona con l'illusione di essere capiti, accettati nonostante la ferita. Significa anche trasformare il proprio trauma in una confidenza che assume quindi un valore relazionale: "Sei l'unica persona cui l'ho detto". Una volta condiviso, il trauma subisce una trasformazione emozionale, una metamorfosi. L'illusione della comprensione è determinata da una terza persona, soprattutto se lontana.(…) Sappiamo che le persone con le quali condividiamo la quotidianità possono sbagliare, hanno troppi dispiaceri e hanno troppe imperfezioni per poter aprire loro il nostro cuore… Anche il lettore ideale rappresenta una terza persona perfetta perché è lontano, quindi non potrà divulgare i nostri segreti e perché viene idealizzato, quindi sarà capace di capirci perfettamente.
Dopo l'angoscia della confessione, orale o scritta, le persone ferite provano spesso una straordinaria serenità: "Ecco, questo sono io. Sono così, prendere o lasciare". L'identità dell'autore autobiografico suscita un improvviso sentimento di coerenza e accettazione. "Mi sono presentato così come sono: chi mi amerà d'ora in poi, mi amerà per quello che sono con ciò che ha contribuito a creare la mia identità…prima del mio racconto mi facevo amare per la mia parte socialmente accettabile e lasciavo nell'ombra un altro frammento di me stesso. Con il racconto mi sono presentato facendomi amare per quello che sono, in modo autentico e totale".
da
Il dolore meraviglioso di Boris Cyrulnik, Frassinelli ed.,1999, pag.115.

L'ipotesi che sostiene questa iniziativa dell'Associazione Maria Bianchi (1) - espressa nella maniera così efficace da Boris Cyrulnik- è che sia possibile organizzare un servizio d'accompagnamento nel lutto di persone, vicine o lontane, attraverso il rapporto epistolare sia affidandosi al sistema tradizionale che alla posta elettronica. Quest'idea è nata dalla nostra esperienza, tutt'ora in corso, di gruppi di auto/muto aiuto per i familiari in lutto: ci siamo accorti, parallelamente agli indubbi benefici di quest'incontri, come sia difficile, per molte persone, essere disponibili e preparati interiormente per vivere percorsi di condivisione comune e/o confronti diretti, tramite l'attività di gruppo o i contatti individuali. Il livello di coinvolgimento personale, le ripercussioni emotive, l'incognita dell' "altro" sono ostacoli che non di rado impediscono di partecipare, pur riconoscendo il bisogno personale e l'efficacia dell'iniziativa.
Ecco allora che, nel settembre 2000, ha inizio il tentativo (perché di tentativo si trattava allora) di realizzare quest'attività che, dopo varie ricerche, non siamo riusciti a rintracciare in nessun'altra organizzazione italiana di volontariato e non.

La formazione iniziale
Il progetto per la realizzazione di un servizio permanente d'accompagnamento psicologico tramite la scrittura parte da un percorso di formazione per i futuri operatori: con la collaborazione di una psicoterapeuta, una docente esperta di comunicazione epistolare e una Direttrice di Scuola di Scrittura Creativa, vengono organizzate le prime 20 ore di formazione destinate a 25 persone.
Dalla riflessione sulla scrittura come modalità di comunicazione del mondo interiore, l'attenzione si sposta alla lettera come 'oggetto', per poi concentrarsi sui criteri compositivi e stilistici efficaci nel rapporto con persone in lutto. La metodologia di lavoro si è caratterizzata come fortemente operativa e centrata sulla condivisione-rielaborazione delle varie esperienze vissute e dei concetti presentati; i primi esercizi di scrittura e l'atmosfera creatasi all'interno del gruppo diventano l'occasione, per alcune persone, di (ri)scoprire il potere curativo della scrittura.
"Tutti i dolori sono sopportabili se trasformati in racconto" ha detto qualcuno e questo l'abbiamo direttamente sperimentato provando a scrivere sotto la supervisione d'esperti e la riflessione di tutto il gruppo; veri e propri accadimenti si sono succeduti in questa prima fase:
- la qualità del rapporto con la memoria che consente di sfumare i contorni delle immagini
- l'attenzione dell'altro che mi ascolta
- il presente e il passato che, dialogando, colmano dei vuoti, delle fratture, delle contrapposizioni
- l'occhio diverso con cui si rivedono i fatti di ieri
- la maggior integrazione tra sensazioni, emozioni, pensieri, nel rivivere un'esperienza passata, aumenta l'accettazione di sé.

La costituzione del gruppo
Successivamente al periodo iniziale di formazione è iniziata la seconda fase: la costituzione di un gruppo operante. Dei 25 partecipanti iniziali, si sono resi disponibili 8 persone, di cui 4 già appartenenti all'associazione. I primi incontri, a cadenza settimanale, si sono caratterizzati soprattutto per la riflessione e il confronto sui principali elementi emersi durante la formazione: il ruolo della scrittura nella vita di ognuno di noi, le difficoltà dello scrivere e gli scambi più significativi avuti, la funzione simbolica e catartica del rapporto lettore-scrittore… È sorta, come conseguenza, un'ulteriore esigenza d'approfondimento sulle questioni del lutto e della sua elaborazione, motivata soprattutto sulla necessità di equilibrare il livello di conoscenza del gruppo, formato per il 50% da volontari esperti e per il restante 50% da nuove persone a digiuno di queste problematiche. Sotto la conduzione del sottoscritto, si è cercato quindi di riflettere a livello teorico, presentando i contributi nazionali ed internazionali maggiormente rilevanti, discutendo insieme d'alcune esperienze avute come associazione, con la collaborazione di volontari con esperienza diretta. Infine si è passati alla fase di costruzione del materiale di base necessario per avviare il servizio:
Carta e busta da lettere specifiche
Modelli di lettere per persone in lutto non conosciute direttamente (da usare come riferimento)
Sintesi schematiche contenutistico-stilistiche per lettere da inviare a persone in lutto
Regole per la gestione interna delle attività (chi riceve le lettere, come organizzare lo scambio tramite e-mail, il rispetto della privacy…).
È stato questo il momento emotivamente più intenso, con forte capacità coagulante i vari membri del gruppo: le sensazioni nel vedere prendere forma il progetto ipotizzato 10 mesi prima, l'essere ormai ad un passo dall'inizio, le logiche preoccupazioni (saremo in grado? Quanti contatti avremo? Che cosa succederà?) hanno creato momenti davvero unici, senza dubbio irripetibili.
Finalmente, nel marzo 2001, non lontano dalla Pasqua (!), dopo aver prodotto la pubblicità (2), è iniziata la prima campagna informativa: invio di volantini tramite posta ed e-mail, articoli su giornali locali, comunicazioni dirette, messaggi tramite radio.
L'attesa per il primo contatto è durata poco e quella che appare di seguito è la lettera che più di ogni altra ha stimolato la continuazione dell'intero servizio. In eventuali future occasioni ci proponiamo di analizzare nel dettaglio le modalità comunicative e i criteri stilistici di composizione delle lettere che stiamo apprendendo da questa esperienza; ci preme di più, ora, offrire nella sua interezza questa lettera lasciandola volutamente senza nostri, inopportuni, commenti.

Penuél
"Amico mio caro, conosci Penuél? È dalla Bibbia, la Genesi -e tu sai quanto io sia distante da questo mondo - ma davvero non posso evitare di rimanerne incantato: è Giacobbe che sta scappando da suo fratello Esau e ad un certo punto arriva ad un fiume. Fa attraversare tutti, mogli e figli e lui rimane solo, al di qua del fiume.
'Durante quella notte, egli si alzò, prese le due mogli, le due schiave, gli undici figli e fece loro passare il guado dello Iabbòk. Li prese e fece passare loro il torrente e fece passare anche tutti i suoi averi. Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò mentre continuava a lottare con lui. Quegli disse: -lasciami andare perché arriva l'aurora'. (Gen. 32, 23-26)
Mi capisci?
C'è questo tizio che è alle strette, con l'esercito incazzatissimo di 400 soldati contro di lui da una parte, comandato tra l'altro da suo fratello, e il fiume dall'altra. È in trappola e lui è un tipo che per tutta la vita ha cercato di cavarsela da solo, in tutte le maniere: si è dimenato, ha tirato pugni e calci, ha scavalcato suo fratello pur di restare a galla. Ma questa volta rimane solo. È fatale: viene il momento in cui rimani solo, tu e il tuo destino, faccia a faccia. Ma poi combatte, ancora, ostinatamente. Guarda che è una lunga lotta, corpo a corpo, che dura da quando cala il sole fino al mattino, quando spunta l'aurora. E l'aurora, in oriente, spunta quasi all'improvviso, a pochissimi istanti di distanza dall'alba e dallo sfolgorare del sole pieno!
È una lunga notte di lotta contro uno sconosciuto che alla fine sta quasi per soccombere: - lasciami perché me ne devo andare, spunta l'aurora, basta! - Certi nemici non si possono vedere, non credi?
Mi sembra quasi che sia stato usato un colpo segreto alla fine, quando l'avversario sta quasi per cedere. Hai presente quei films stupidissimi di karatè, di pugilato e menate simili, quando il buono ne prende tante che sta per perdere e poi scatta il pugno magico intanto che, semi svenuto, si ricorda della mamma morta o della fidanzata che piange? Una cosa del genere.
Disarticolazione del femore: un colpo preciso e tac, sei fregato.
Una sfiga improvvisa, olio sull'asfalto, nebbia impenetrabile, neuroni impazziti, il forno che perde gas, pallottole vaganti, un qualche cazzo di bacillo.
Tac, e sei fregato.
Non c'entra se ce l'hai quasi fatta, se resisti con onore, alla fine perdi.
Però sai cosa mi piace tantissimo di questa storia?
"Spuntava il sole,quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all'anca".
Zoppica ma attraversa Penuèl. Un corpo a corpo sfinente, un colpo magico quando avevi già vinto ma alla fine non perdi, zoppichi.
Voglio dire che va avanti, comunque va avanti, con il marchio per tutta la vita ma attraversa. Il fiume è traghettato e mai sarà più come prima.
E allora mi viene da pensare se alla fine non sia così anche per me, e forse pure per te che non hai perduto né moglie incinta né figlia: cioè che la svolta della vita sia 'slogarsi un'anca', un evento che non ti permette più di poggiarti su quelle cose in cui hai sempre messo la tua sicurezza e la tua via di scampo.
Certo quell'avversario che combatte, l'hai capito vero?, per Giacobbe è Dio ma a me importa relativamente dargli un nome, identificarlo come realtà soprannaturale, destino, legge fisica, sfiga o quant'altro.
È che sinchè non sperimenti una lotta dove alla fine devi cedere, lasciare sul campo quello che hai - soldi, carriera, felicità, progetti, le cose che ti interessavano - Nicolino caro, che hai conosciuto?
Se zoppichi, se ti sono state tolte le tue armi per difenderti, le migliori che avevi e non hai sbocco da nessuna parte, beh, stai vivendo.
La vita vera.
Quella che per nessuna ragione al mondo vorresti perdere."
(3)

Prospettive
Giunti quasi alla soglia del primo anno di lavoro, si è imposta una riflessione complessiva tra i vari operatori per cercare di trarre un bilancio dell'esperienza. Non abbiamo avuto nessun dubbio sulla necessità di continuare questo impegno e sull'efficacia dei risultati, considerando i feed-back che provengono da chi usufruisce del servizio; la convinzione è tale che, in quest'autunno 2001, abbiamo realizzato un nuovo percorso di formazione per aspiranti volontari ma a dimensione più ampia, collaborando con altre associazioni a dimensione nazionale. Lo scopo è creare un gruppo omogeneo per formazione e metodiche d'intervento che possa avvicinare un numero sempre più numeroso di persone in lutto presenti su un territorio più vasto.

A conclusione, un breve brano di Emily Dickinson che abbiamo considerato così significativo nella sua vera, semplice, cristallina potenza da farlo diventare il leit-motiv della carta da lettere che abbiamo creato appositamente:

"Non piangere cara Mary.
Lasciaci piangere per te, ora sei troppo stanca.
Non sappiamo quanto è fitto il buio, ma se tu sei in alto mare, forse quando ti diciamo che siamo con te, non avrai tanta paura.
Le ondate sono altissime, ma ogni ondata che copre te copre anche noi.
Cara Mary, tu non puoi vederci, ma ti siamo proprio accanto.
Può esserti di conforto?
Con affetto, Emily"

Associazione Maria Bianchi,
Viale Libertà 32, Suzzara (MN) 46029
Sito Internet: http://digilander.iol.it/mariabianchi
E-mail: assmariabianchi@hotmail.com
Telefono e fax: 0376-535567
Cellulare: 348-3623379 (dott. Nicola Ferrari)


(1) Associazione Maria Bianchi - volontari per l'assistenza relazionale ai malati terminali e alle persone in lutto. L'Associazione, sorta a Suzzara (MN) nel 1986, ha creato una seconda sezione a Mantova nel 1988; nel 1999 è iniziata la formazione per un gruppo di volontari a Mirandola (MN) e nel 2001 a Viadana (MN). L'attività è caratterizzata da: sostegno emotivo ai malati terminali e ai familiari/amici in lutto, formazione al personale curante professionale e volontario, sensibilizzazione dell'opinione pubblica. Tra i vari servizi realizzati segnaliamo: mediateca specializzata sui temi specifici dell'associazione con libri, video, tesi di laurea, riviste del settore; gruppi di auto/mutuo aiuto; consulenza presso Scuole di formazione socio-sanitarie, altre associazioni, personale medico e paramedico….; progetti in collaborazione con altre realtà nazionali.

(2) Testo del messaggio: "Nella difficoltà, chi ti aiuta? - Perdere una persona cara, assistere un familiare gravemente malato, restare accanto a chi ti sta lasciando, continuare a vivere dopo la morte di chi ami. Se stai vivendo una di queste realtà, ti può essere d'aiuto parlare o scrivere. Con un volontario o i gruppi di auto-aiuto puoi riflettere, sfogarti, spiegare, confidarti, liberare le tue emozioni. Lo scambio di lettere tramite posta o e-mail favorisce tutti questi percorsi interiori e aiuta a convivere con il dolore. Se lo desideri contattaci in uno dei seguenti modi:………………"

(3) La lettera è pubblicata con il consenso dell'autore nel rispetto della legge sulla Privacy.