Il
monumento senza giunture:
Hiroshima
di Daniel Ansho Paley
Ellison
L'imperatore
Su Tsung chiese al maestro
nazionale Hui Chung:
"Quando sarai morto,
di cosa avrai bisogno?"
Il maestro rispose:
"Costruisci per
me un monumento che
non abbia giunture".
L'imperatore disse:
"Ti prego, maestro,
dimmi come sarà
fatto questo monumento".
Il maestro rimase a
lungo in silenzio.
E poi chiese: "Capisci?"
(dal Diciottesimo
Caso, The Blue Cliff
Record)
Il monumento senza giunture
intende mostrare fotografie
e poesie che nascono
da una volontà
di testimonianza nei
confronti delle culture
attuali. Lo scopo è
quello di capire come
si possa aver sopportato,
e continuare a sopportare,
l'immensa sofferenza
e devastazione arrecate
all'uomo da altri esseri
umani. Il monumento
senza giunture è
in ogni luogo, è
in qualsiasi parte di
noi che viene negata,
oppressa, uccisa, trascurata,
corrosa dalle radiazioni...
Non si tratta dunque
di un monumento che
è stato costruito,
ma è ciò
che rimane dopo la morte.
Il presente.
Ho vissuto un mese a
Hiroshima per costatare
come la bomba ancora
risuoni nelle fibre
più sottili della
città, oltre
che per essere presente
ai preparativi e alle
celebrazioni commemorative
nazionali del 6 agosto
2000, alle 8 e un quarto
del mattino.
Ho passeggiato per le
strade, ho fatto interviste
a coloro che hanno sofferto
e a chi li aiuta, ho
ascoltato ogni giorno
il suono della campana,
sono rimasto a lungo
seduto al Parco della
Pace e presso i monumenti
commemorativi, ho guardato
le lanterne di carta
galleggiare lungo il
fiume Ota-gawa, a Hiroshima.
Il monumento senza giunture
è un'offerta.
1
A Hibakusha, un uomo
esposto alla bomba atomica
-
con un occhio solo e
una parte
di naso, disse: ho sempre
pensato
che fossimo al sicuro
a Hiroshima.
Anche quando ho visto
la nube:
emanava una luce bellissima.
2
La brava moglie
pregava il Buddha dorato.
E' tornata? Coi vestiti
a brandelli.
Aveva cercato di afferrare
la madre
e aveva attraversato
il mare.
3
Un uomo, distrutto,
le braccia segnate da
bruciature di sigaretta.
Fuori una piccola rana
saltella.
Altri tre si trascinano
sulla sedia a rotelle.
E il pugno chiuso di
uno non porta conforto.
4
Tre bambini ne trovano
uno:
il guscio di un cicala.
Uno di loro grida: mamma!
5
Bussate alla luna rossa
per sentire i ragazzi
nudi gridare
la loro canzone di cicala.
Stanno in mezzo ai ragni.
Inchinatevi. Guardateli
mentre bruciano rosso
lampone.
6
Seduta vicino alla cupola
atomica,
una donna con i denti
anneriti
chiede: provi dolore?
Non ora, rispondo.
Lei dice: io sì.
Ho la testa in fiamme.
7
Gli schiavi coreani?
Sì. Ce n'erano
decine di migliaia.
Nessuno ne parla...
I loro nomi? Non li
conosco.
E chiedo, chi prega
per loro?
8
Io, forte. Moglie, debole.
Così mi ha detto
davanti a un sakè
freddo.
Lei sempre stanca.
Madre e padre persi.
Raggi potenti le attraversano
le tempie.
9
A Hibakusha
lei passa con sua figlia
-
la testa piena di cicatrici
e gonfia.
Oggi si è alzato
un calore estivo.
La strega di montagna
si volta e ride.
10
Un turista tedesco lascia
il parco, bruciato dal
sole e appiccicoso.
Sul marciapiede di cemento
-
una bambina con le trecce
fa un segno di pace
-
i crisantemi stanno
morendo.
11
Nessuna ferita.
Lei mi serve del sushi.
Fuori un vento silenzioso.
Io dico, insolito. Sì?
Lei dice, il Buddha
ed io. Una sola cosa.
12
Shinichi aveva tre anni.
Amava tanto il suo triciclo
-
è sepolto assieme
a lui.
13
Mentre io proseguo galleggiando
-
due fratelli, bruciati
come carbone,
attraversano le fiamme,
mi passano a fianco
nel fiume freddo
e ritornano al fuoco.
14
Per la terza volta
mi avvio da solo alla
campana di ferro
dove fiorisce il loto
-
per incontrare forse
mia madre:
un teschio annerito
dai denti d'oro.
15
Nella Città della
Pace -
un giovane omosessuale
viene scansato.
Le zanzare succhiano
sangue.
16
Sulle mie guance un
po' di calore -
immerso nei pensieri
davanti
a un cimitero di massa:
sento chiamare il mio
nome.
Il signor Yakoama saluta
con la mano
e guida i giovani attraverso
il mare.
17
La notte scorsa ho sognato
mia madre che gridava:
acqua!
Cheloidi dietro i suoi
occhi,
sotto i piedi, nel cuore
-
attraversa strisciando
un deserto rosso.
18
Cinque jizo guardano
in basso
dall'alto di un nuovo
cimitero di montagna.
Con gioielli e decori
aiutano i bambini morti
a costruire muri
nel fiume sotterraneo.
19
Un gruppo di ragazze
cuce -
una bandiera fatta di
messaggi intrecciati.
Punto dopo punto.
Non so cosa dica.
Ma loro appaiono così
fresche nell'ombra.
20
Erano passati venti
anni.
Avevano scavato la terra
-
e ritrovate le ossa
di sua madre.
Lei pianse alla vista
dello scheletro materno
non cremato.
21
Il cieco sorseggia una
bevanda -
gli occhi rossi sembrano
scrutare
la donna e il bambino
schiacciati contro un
vento di metallo.
Lui non li vede. Io
sì.
22
Un massacro a Nanking?
Nel centro di Hiroshima
la gente si riuniva.
Lanterne di carta. Musica
dal vivo.
Una gioiosa celebrazione.
23
Dinanzi al cimitero
di massa,
venti coreani in bicicletta
cantano Grazia Magnifica
-
"che salvasti un
disgraziato come me..."
Due libellule volano
intrecciandosi nell'aria.
24
Gli Orfani della Bomba:
quattordici ragazzi
sono diventati uomini
e hanno preso strade
diverse.
Quarant'anni dopo si
sono incontrati.
Sono andati insieme
nella foresta. Una volta.
25
Soffia un dolce tifone.
Il fiume Ota-gawa -
quasi tutto pietre e
sabbia.
Gli organizzatori sperano
nella pioggia,
che possano galleggiare
le lanterne per i morti.
26
Per settanta anni -
si diceva che nulla
sarebbe più cresciuto
a Hiroshima.
Giaccio sveglio mentre
piove.
Le gocce fanno brillare
le foglie verdi.
27
Lei chiude le mani -
i cheloidi le rendono
gonfie.
Guardandomi dice:
continuo a sporgermi
verso mia madre.
Mia madre mi ha tirato
via dal fuoco.
28
Resta il suono di un
flauto di bambù
-
le nuvole come una coperta
rivestono
il mattino senza luna.
Nessuna luce. Nessun
cuculo.
Mi sveglio in questo
lutto -
un graffio di cielo
azzurro in me.
29
La malvarosa in fiore.
Una farfalla agita le
ali per sollevarsi -
margine del marciapiede.
Mi chino per aiutare.
Anche le formiche aiutano:
divorano il corpo morente.