Alexander Langer: identità come essere-con-altro (miteinandersein)

di Laura Boato


Alexander Langer (1946-1995) era sudtirolese di lingua tedesca, ma aveva vissuto sin da piccolo una posizione particolare: i genitori, anti-nazisti, erano stati sostenuti durante la guerra da anti-fascisti italiani, coi quali avevano stretto amicizia (cosa assai rara in quegli anni); ricevevano dunque spesso persone italiane in casa, ed avevano persino iscritto i figli all'asilo italiano, per alleviare loro la fatica di apprendere la lingua. Questa apertura verso gli italiani, ricorda Langer, distingueva il comportamento della sua famiglia da quello delle famiglie dei suoi amici, compagni di scuola e compaesani, e se da un lato lo metteva a disagio e gli provocava una sorta di conflitto di lealtà, dall'altro lo faceva riflettere, poiché "il principio secondo cui tutti gli italiani erano fascisti e tutti i tedeschi nazisti in casa nostra già non funzionava più". Egli si trovò così da subito nella condizione di guardare in modo critico alla realtà sudtirolese di quegli anni, in un periodo di precipitazione terroristica del conflitto etnico: già durante il liceo formò assieme ad altri coetanei un piccolo gruppo di studio composto da studenti sia tedeschi sia italiani, che cercava delle soluzioni alle tensioni inter-etniche mettendo in discussione proprio la legittimità di organizzare una comunità secondo un principio etno-centrico (e di ricondurre così interamente l'identità delle persone ad un unico aspetto, in questo caso l'essere "tedesco" o "italiano"), e tentando di uscire dallo schema secondo cui per stare assieme bisogna parlare la stessa lingua, professare la stessa religione, condividere le stesse abitudini, in una parola essere uguali.
Divenuto insegnante, prima, e poi giornalista, traduttore, politico (eletto per due volte al Parlamento europeo), Langer ha dedicato l'intera vita allo studio del problema delle tensioni e dei conflitti inter-etnici ed alle possibilità di pace tra le persone e con la Natura, partendo non dall'esterno (i rapporti tra i diversi popoli, le diverse identità, le norme anti-inquinamento, ecc.), bensì dal cuore stesso del problema, da come cioè ciascuno di noi intende la propria identità, e di conseguenza i propri diritti e doveri, le proprie necessità e i propri desideri, sottolineando come tutto ciò non sia una necessità naturale e scontata, bensì il risultato di un'interpretazione: e che quindi è da come interpretiamo noi stessi e il mondo che derivano certi comportamenti dannosi per noi e per il pianeta in cui viviamo, cui è possibile porre rimedio solo mettendo in discussione proprio quell'interpretazione.

 
L'importanza della relazione
Die Brücke ("il ponte"), Tandem (per pedalare bisogna essere almeno in due), Offenes Wort ("parola aperta"): i titoli delle riviste da lui fondate sono eloquenti. Che vi si tratti di diritto o di economia, di vita quotidiana o di riflessioni teoriche, esiste un principio che pervade gli scritti di Alexander Langer fin dai primi anni, che impronta di sé tutti gli sviluppi successivi, e che meglio pare caratterizzare il suo impegno nei campi più diversi: si tratta della figura della relazione, nel senso, da un lato, di tenere assieme, dall'altro di distinguere. Perché ci sia relazione, infatti, c'é bisogno di essere almeno in due, cioè di riconoscere prima di tutto la propria differenza rispetto ad altro, il proprio non-coincidere con esso, e allo stesso tempo di riconoscere anche la propria interdipendenza, il proprio non-apparire come individui isolati, bensì come parte di un contesto, di un insieme. Le riflessioni di Langer sono caratterizzate dal tentativo di estendere lo sguardo il più possibile, così da contenere l'intero, l'insieme delle persone, degli animali e delle cose, cioè degli essenti in generale, senza però che questo significhi automaticamente omologazione o identificazione di tutti con tutti, bensì al fine di inquadrare ogni problema secondo la giusta prospettiva, ricollocandolo all'interno del proprio contesto.
L'idea di giungere all'autentica determinazione dell'identità di ciascun essente attraverso il riconoscimento e la ricomposizione della sua relazione ad altro ("io sono colui che è assieme a queste persone, inserito in questo ambiente, parte di queste relazioni..."), anziché vedere ciascuno di noi come distinto perché negante ogni altro ("io mi distinguo nel contrappormi, e resto io solo se e finché mi contrappongo, pena la perdità della mia identità..."), significa rovesciare completamente il paradigma di riferimento della società e della cultura occidentali.
Nel mondo occidentale contemporaneo, infatti, ciascun essente è considerato come qualcosa di indipendente e as-soluto, nel senso di sciolto da ogni tipo di legame: ciascuno di noi è visto come un piccolo puntino imprevedibile e "libero", e la libertà è definita solo per negazione ("la mia libertà finisce dove comincia la tua", cioè tu sei il mio contraddittorio, la mia negazione). In Langer il problema dell'identità e della libertà dell'individuo si pone come tentativo di riconoscere la propria autentica costituzione e struttura, che è data solo dal riconoscimento del proprio non-essere autonomi gli uni dagli altri, e anzi della propria inter-dipendenza rispetto a tutto ciò che ci circonda (perciò, ogni violenza contro l'altro - le altre persone, l'ambiente, ecc.- è per costituzione anche violenza contro se stessi e tornerà indietro, prima o poi, proprio come un boomerang).

Limite, differenza, equilibrio
La differenza fondamentale che determina l'originalità delle riflessioni e delle conclusioni cui Langer approda sta tutta nel cambiamento radicale di prospettiva: denunciando l'illusione insita nel concetto di indipendenza assoluta di ogni essente dal resto del mondo, egli ridelinea implicitamente l'identità di ciascuno a partire dal suo originario apparire in relazione, e cioè ricollocando il singolo individuo all'interno della totalità degli essenti, intesa non come qualcosa di astratto, ma come immanente e concreto essere attuale. Così facendo, egli sottolinea anche come l'insieme delle contraddizioni delle nostre società derivino da questo fraintendimento fondamentale a proposito dell'essere autentico di ogni individuo, che porta automaticamente a non riconoscere (e perciò a non rispettare) alcun limite.
Il riconoscimento dell'esistenza di un limite ed il rispetto di esso dipende direttamente dalla capacità di riconoscere, accettare e apprezzare la differenza, e di leggere nella differenza non solo il pericolo di tensioni, contraddizioni e conflitti, ma il segno della ricchezza e della varietà dell'essere, e dell'interdipendenza di tutte le cose. Esso sfocia nel principio - fondamentale per l'ecologia - di equilibrio. L'equilibrio si discosta tanto dal conflitto quanto dalla piatta omologazione: in natura, infatti, le cose funzionano non quando tutti sono uguali e fanno la stessa cosa, ma quando ognuno assolve al proprio compito, senza risparmiarsi e senza eccedere, e il valore di ciascuno è dato dal suo essere un buon col-laboratore, nel rispetto e pieno riconoscimento di ciascun ruolo.


La tecnica: una struttura che strumentalizza
La società occidentale contemporanea affida invece sempre più le proprie paure e le proprie speranze all'organizzazione tecnologica, che lungi dall'essere una semplice struttura neutra, strumentalizza l'ambiente e le persone stesse, portando tutti a convergere verso un unico modo di vivere, di mangiare, di spostarsi, di interpretare la realtà, producendo persino l'omologazione delle aspirazioni e dei desideri ("viviamo in una società dell'intasamento", diceva spesso Langer), e che nelle sue forme più estreme ed aggressive spinge verso l'illimitato, secondo una logica di astrazione e separazione (degli essenti tutti tra loro, così come dei costi dai benefici, dei diritti dalle responsabilità, dei privilegi dalle prevaricazioni).
A questo tipo di società Langer oppone il rifiuto di ogni as/trazione: in questo senso si leggano gli inviti a ripristinare le condizioni di possibilità di una dimensione comunitaria percepibile e diretta, così come la diffidenza verso ogni schema ideologico che tenda a separare gli essenti tra loro, così come la forma dalla sostanza, o i mezzi dal fine (cfr. "mai le idee prima delle persone"; "la logica dei blocchi blocca la logica").

Lentius, profundius, soavius
La ricchezza fondamentale della riflessione di Langer sta proprio nella sua capacità di mettere in luce in ogni campo il valore ontologico dell'ecologia, cioè la capacità di aprire una nuova prospettiva sull'essere nella sua interezza, di delineare un diverso modo di guardare al mondo e di stare al mondo: quello che attraverso gli scritti di Langer prende forma è un diverso paradigma di interpretazione della realtà, e dei concetti di identità, libertà, felicità, diritto, sviluppo, ecc.
In modo parziale e solo come esempio, si possono confrontare:
 
economia   ecologia
singolo   totalità
egocentrismo/narcisismo (negazione dell'altro)
  relazione
soggetto/oggetto   inter-soggettività

Ohneeinander-/Gegeneinandersein
("essere-senza/contro-l'altro")

  Miteinandersein
("essere con-altro")
centro/periferia   policentrismo
potere/impotenza   col-laborazione
autodeterminazione   co-determinazione
vivere   con-vivere

Langer paragonava spesso la nostra società ad una nave, e diceva che avrebbe dovuto rendersi conto del pericolo verso cui stava navigando, e non semplicemente rallentare, ma invertire di 180° la rotta; e come bussola, usare un motto, ottenuto dal rovesciamento di quello olimpico citius, altius, fortius ("più veloce, più in alto, con più forza"), che diventava lentius, profundius, soavius ("più lentamente, più in profondità, con più dolcezza").

Venezia 7/12/2000

 
Di e su Alexander Langer:

A. Langer, Vie di pace - Frieden Schlie?en, Arcobaleno, Mezzocorona (TN), 1992.

A. Langer, La scelta della convivenza, e/o, Roma, 1995.

A. Langer, Aufsätze zu Südtirol - Scritti sul Sudtirolo 1978-1995, a cura di S. Baur e R. Della Sbarba, ALPHA&BETA, Merano (BZ), 1996.

A. Langer, Il viaggiatore leggero - scritti 1961-1995, a cura di E. Rabini, Sellerio, Palermo, 1996.

A. Langer, Die Mehrheit der Minderheiten, a cura di P. Kammerer, Wagenbach, Berlino, 1996.

A. Langer, Lentius, profundius, soavius, supplemento a "Notizie Verdi" nr.15 del 10/10/1998, Roma.

A. Langer, Vita, opere, pensieri, Movimento Nonviolento, Verona, luglio 1999 (CD-rom).

R. Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite in Alex Langer, La Meridiana, Molfetta (BA), 2000.