"Dalla
disperazione all'accrescimento
delle proprie capacità
e possibilità"
Un seminario di Joanna Macy in
Israele
di Mark Cohen
L'Hotel Sea View si trova molto
in alto, in cima a una collina
in Galilea, da cui si vede il
lago sul quale camminò
Gesù e dove molti degli
apostoli vivevano e lavoravano.
Sappiamo molto poco delle loro
vite, ma sappiamo con certezza
che, se l'albergo fosse stato
costruito ai loro tempi, mai e
poi mai si sarebbero potuti permettere
di pernottarvi. È il massimo
del lusso: stanze magnifiche,
piscine, sale da massaggio, per
lo shiatsu e altre pratiche mediche
alternative, vengono serviti squisiti
piatti vegetariani e biologici,
ci sono giardini meravigliosi
e delle enormi vasche con pesci
tropicali di ogni forma, colore
e dimensione.
In effetti è stato quasi
un miracolo di cui Gesù
sarebbe andato fiero il fatto
che in un modo o nell'altro anche
noi siamo riusciti ad affittare
proprio lì una sala conferenze
per due giorni e ordinare un pranzo
semplice a un buon prezzo.
Goldfinger si apre con queste
parole di James Bond: "Ci
sono momenti di gran lusso nella
vita di un agente segreto".
Sarà anche vero - non ho
alcun modo di verificarlo - ma
era sicuramente un fatto insolito
per 26 ricercatori new age, cronicamente
a corto di denaro, godersi due
giorni ininterrotti di una tale
felicità materiale.
L'occasione è stata fornita
da un seminario condotto da Joanna
Macy e dal marito Fran dal titolo
"Dalla disperazione all'accrecere
le proprie capacità".
A invitarli era stata Marcia Kreisel,
un'attivista sociale, psicoterapeuta
e insegnante di Reiki la cui passione
è il lavoro con le donne
palestinesi. Marcia sentiva molto
forte il dolore e la disperazione
di questo paese, accentuato dallo
stallo dei negoziati di pace;
fu allora che scrisse una lunga
lettera a Joanna Macy per condividere
con lei questi stati d'animo.
La risposta di Joanna fu di venire
a fare dei seminari gratuitamente,
chiedendo solo il rimborso delle
spese di viaggio.
Joanna Macy è una studiosa
di teoria dei sistemi ed è
anche, tra le altre cose, buddhista;
ha ideato dei programmi di azione
sociale e dei modi per accrescere
la capacità della gente
di essere consapevoli delle sofferenze
e ingiustizie nel mondo e anche
dell'avarizia di chi lo sfrutta,
senza perdere maiperò la
speranza di poter fare qualcosa
per migliorare la situazione.
È una signora di più
di 70 anni, una nonna, ma non
si può trovare in giro
uno spirito più battagliero
e forte del suo.
Il primo dei due giorni del seminario
è stato dedicato soprattutto
al sentire la nostra disperazione.
Abbiamo lavorato con il 'mandala
della verità': quattro
oggetti vengono posti in ognuno
dei quadranti di un largo cerchio,
rappresentano la rabbia, la disperazione,
la tristezza e il vuoto. A turno
ciascuno dei partecipanti entra
nel cerchio e prende un oggetto
ed esprime i propri sentimenti
circa quello che succede nel mondo.
"Sono tanto triste per quello
che succede ai nostri figli",
"Sono così arrabbiata
per come inquinano i mari".
In Israele negli ultimi anni abbiamo
conosciuto molta disperazione.
Dall'assassinio di Rabin fino
all'elezione di Barak i nemici
della pace sembravano avere la
meglio. Addirittura una partecipante
mi ha detto che era contenta che
suo padre fosse morto qualche
mese prima dell'assassinio di
Rabin perché non non avrebbe
mai voluto che lui vedesse ciò
che era successo. C'era stata
fino ad allora tanta speranza,
un crescendo di pace, e tanta
fede che un mondo nuovo fosse
ormai dietro l'angolo, e invece,
dall'oggi al domani, tutto è
scomparso.
Anche se adesso ci sarà
la pace con i Palestinesi e con
la Siria e il Libano, ci sono
ancora enormi divisioni nella
società israeliana, tra
religiosi e laici, tra destra
e sinistra, tra ebrei e arabi
israeliani, fra ebrei di origine
europea e nord africana. Non esiste
nessun piano per superare queste
divisioni. A volte sembra troppo
anche per il Messia!
Tuttavia, il giorno successivo,
che era anche l'ultimo, verteva
su come accrescere la propria
forza. "Qual'è la
vostra visione?", "Che
forze avete?", "Come
possono appoggiarvi le altre persone
nel tentativo di realizzare la
vostra visione?". Abbiamo
visto l'abisso e non abbiamo girato
le spalle, e abbiamo ancora speranza.
Natanyahu si è ritirato
dalla politica. Barak è
ora il nuovo Primo Ministro e
si è impegnato a fare un
accordo di pace con i Palestinesi,
i Siriani e i Libanesi. La gente
è convinta che ce la farà.
Ha anche promesso di lavorare
in modo da rendere l'istruzione
gratuita per tutti, dagli asili
nido all'università, ma
nessuno crede che ce la farà.
Costerebbe troppi soldi. Ma se
riuscirà a fare la pace,
l'esercito si ridurrà e
in questo modo si renderebbero
disponibili molti soldi, chi può
dirlo?
Alla fine del seminario abbiamo
riempito una scheda per documentare
la nostra visione e passione e
per raccontare le risorse che
abbiamo a disposizione. Ogni scheda
verrà mandato agli 80 partecipanti
dei tre seminari che Joanna ha
condotto in zone diverse del paese.
È stato formato un comitato,
a cui partecipano rappresentanti
di tutti e tre i seminari, che
si impegnerà di preservare
la visione e sostenere i progetti
nei quali possiamo tutti vicendevolmente
accrescere le nostre capacità
per migliorare il mondo.
Sembra che i tempi migliori verranno.
Tra i religiosi c'è grande
speranza che il Messia possa davvero
arrivare presto. Tra i laici c'è
la fede che Barak farà
veramente la pace e che Israele
diventerà un luogo molto
diverso e migliore per viverci.
In tutto il paese ci sono persone
che stanno iniziando sommessamente
a fare cose meravigliose come
creatori di pace e guaritori.
La Bibbia ci dice che: "Gli
insegnamenti partiranno da Sion
e la voce di Dio da Gerusalemme".
Non è affatto impossibile
che questo paese possa servire
da modello per la costruzione
della pace e la guarigione per
il resto del mondo.
Ci sono molte persone straordinarie
qui con un impegno e una passione
meravigliosi. Gli Israeliani nascono
con un profondo senso della responsabilità.
I nostri antenati hanno sofferto
molti pogrom e persecuzioni, culminati
negli orrori indicibili dell'Olocausto.
È la nostra eredità.
Trovare significato e speranza
nel rinnovarsi della vita è
la nostra sfida, dato il trauma
vecchio di duemila anni. Ci viene
chiesto ora di tornare a casa,
nel senso sia geografico che spirituale,
e questa è una sfida molto
più difficile. Come Ebrei
non siamo mai riusciti a distinguere
l'esterno dall'interno. Dov'è
la casa? È un luogo o uno
stato della mente o una combinazione
di tutti e due? La pace è
un atto politico o uno stato spirituale?
Quando abbiamo lasciato l'Hotel
Sea View, restituendolo alla sua
clientela abituale di benestanti
provenienti da Tel Aviv e dall'America
che non hanno certo bisogno di
farsi i conti per sapere se possono
permetterselo prima di prenotare
una stanza, siamo andati via con
un senso di speranza. Abbiamo
acceso una candela nell'oscurità.
Abbiamo sentito la piccola voce
tranquilla che arriva dopo la
tempesta. Nessuno si aspetta che
il cammino sarà facile.
I costruttori di armi, le multinazionali,
chi disbosca le foreste amazzoniche,
gli spacciatori di semi geneticamente
manipolati non si arrenderanno
senza lottare. Un mondo migliore
certamente non ci verrà
offerto su un piatto d'argento.
Ma c'è la speranza e possiamo
sognare e realizzare i nostri
sogni.