La via della pace
Incontro con il XIV Dalai Lama


Dal 13 al 16 maggio di quest'anno il Dalai Lama ha partecipato a Firenze a un ritiro organizzato dal Centro di Meditazione Cristiana che ha sede a San Miniato al Monte. Questo ritiro di meditazione silenziosa è parte della seconda fase del programma triennale "The Way of Peace" in corso tra il Dalai Lama e la Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana, che è stata fondata dal monaco benedettino irlandese John Main (1926-1982) per recuperare la tradizione contemplativa per i laici cristiani. Grazie al Centro di Meditazione Cristiana - in collaborazione con l'Associazione Un Tempio per la Pace e il Centro di Buddhismo Tibetano Ewam - è stato possibile offrire sabato 15 maggio a Firenze un incontro pubblico con il Dalai Lama di cui pubblichiamo la trascrizione.


Padre Laurence Freeman
Buona sera, è un onore e un privilegio poter introdurre Sua Santità il Dalai Lama.
Veniamo da un ritiro silenzioso con un gruppo di persone di diversi paesi che si svolge vicino a Firenze; un ritiro silenzioso, nella Pace.
Siamo venuti a condividere con voi la presenza e l'autorità di questo uomo della pace, di questo uomo della gioia, della sincerità, dalla profonda autenticità.
Oggi abbiamo bisogno di uomini di autentica autorità spirituale, dotati dell'autorità dell'amore e non della potenza politica o materiale; dell'autorità della purezza del cuore.
Il Dalai Lama ci insegna con la Sua pace personale e la Sua gioia naturale che la pace è nella natura umana, nella natura di tutte le persone. Ci insegna anche che la sua autorità è utile per risolvere i nostri conflitti.
Per la sua autorità, umiltà e modestia è un onore e un privilegio per tutti noi, condividere la Sua presenza. La sincera motivazione e il grande amore che quest'uomo ci insegna è l'essenza di tutte le religioni, l'insegnamento di Gesù e di Buddha.
Questa sera abbiamo l'opportunità di condividere con lui e gli uni con gli altri la verità del suo insegnamento; condividendone non solo le parole, la musica e le preghiere ma anche il silenzio, la lingua universale della pace.
Sua Santità, grazie per la Sua presenza e grazie per essere con noi.

S.S. Tenzin Gyatzo XIV Dalai Lama
Voglio ringraziare i miei fratelli accanto a me ed anche i miei amici che sono venuti qui oggi per incontrarmi. Sono molto contento di essere qui.
Non vedo molto bene, è un po' scuro in platea, ma mi sembra di rivedere molte facce conosciute, vecchi amici, e sono contento di poterli rincontrare.
L'occasione di questa visita a Firenze mi è stata offerta da Padre Laurence, da questo amico spirituale con cui scambio un dialogo interreligioso.
Abbiamo parlato dei punti di vista differenti e delle analogie della nostra pratica. Tutte le grandi tradizioni religiose, tutte le più antiche religioni, hanno il medesimo scopo: quello di rendere la mente dell'uomo migliore, di trasformare la mente nella tolleranza, nella pazienza, nell'amore.
Nella nostra storia a volte le religioni sono state usate come pretesto per creare delle divisioni e a volte sono state fonte di conflitti. Se le grandi religioni possono esistere le une con le altre in armonia, di sicuro possono contribuire alla pace, alla serenità, all'armonia e all'amore nel mondo.
È vero che vi sono delle opinioni diverse all'interno delle filosofie delle grandi religioni ma è anche vero che vi sono molti aspetti comuni.
D'altra parte bisogna considerare che gli esseri umani hanno diverse attitudini, diverse predisposizioni ed è quindi utile e benefico che esistano diversi sentieri. Quindi io credo che questa varietà di sentieri spirituali sia un fattore positivo.
Se ci fosse una sola religione la natura stessa della religione verrebbe persa e, in ogni caso, dato che esistono diversi esseri umani è di beneficio e più proficuo che esistano sentieri spirituali diversi.
Per favorire il dialogo interreligioso i seguaci delle religioni si devono incontrare e mettere a confronto la loro esperienza; devono ascoltare tutti quei consigli che possono rappresentare un miglioramento alla loro pratica interiore.
Ho parlato dal punto di vita di una persona religiosa ma anche per chi non ha fede per alcuna tradizione religiosa, anche per loro, vorrei dire qualche cosa: io credo che le qualità fondamentali come la tolleranza, l'amore, l'altruismo sono totalmente indipendenti dal fatto di essere spiegate da una tradizione religiosa; sono qualità che ogni essere umano deve cercare di sviluppare al proprio interno.
Se uno pensa che l'amore, la compassione, la pazienza, la tolleranza siano cose a cui pensano soltanto le religioni, commette un grande errore.
La ragione di questo è che tutti noi siamo uguali sotto il profilo che desideriamo essere felici e desideriamo cessare di soffrire. Pensiamo che per riuscirvi bisogna ottenere un certo tipo di conoscenza o un certo tipo di potere materiale, ma se ci guardiamo intorno vediamo che conoscenza e potere materiale non sono sufficienti ad ottenere la pace, a far cessare la sofferenza.
Tantissimi possiedono queste cose ma ancora soffrono, ancora non riescono ad essere felici.
Nonostante un uomo possieda molti beni materiali o una vasta conoscenza tutto ciò non è sufficiente a garantirgli la pace interiore; non solo, ma può provocare delle azioni che vanno contro gli altri e creano sconforto e conflitto anche nell'ambiente che lo circonda.
Per esempio, se noi guardiamo a quello che succede nel Kossovo, in Jugoslavia, in Africa o ovunque vi sono conflitti, possiamo vedere chiaramente che ovunque c'è sofferenza e che alla base di tutto questo c'è una mente non controllata.
Il fatto che gli uomini non riescano a dominare se stessi e la propria mente per ottenere fama e successo crea conflitti, e questo significa che i conflitti sono solo ed esclusivamente opera dell'uomo.
Tutti questi problemi non avrebbero motivo di esistere se la mente dell'uomo fosse più rilassata, più tranquilla.
Inoltre, una volta che i conflitti sono scoppiati, cercare di fermarli usando la violenza è molto difficile perché è facile che il conflitto peggiori e provochi ancora più sofferenza. Una volta che la violenza è iniziata non fa che creare sempre più problemi: quindi dobbiamo riconoscere che questi conflitti sono creati dall'uomo e dobbiamo attuare le misure preventive che possano impedirne il ripetersi nel futuro.
Nella società umana ci saranno sempre problemi, è una cosa inevitabile che dobbiamo accettare. Pensate anche soltanto a un individuo: la mattina pensa una cosa e la sera pensa all'opposto; questo avviene anche all'interno della società.
Dunque cosa si deve fare al momento in cui sorge un problema? Si deve risolverlo attraverso il dialogo.
Cos'è il dialogo? Noi stessi dobbiamo avere una mente pacifica, controllata, essere pronti ad ascoltare l'opinione dell'altro e a metterci al suo stesso livello, essere sinceramente interessati ad ascoltare le opinioni altrui per poter trovare una soluzione.
Per ottenere questo dialogo bisogna avere un'attitudine aperta: se si ha paura, se si ha un senso di repulsione nei confronti dell'altro è difficile che il dialogo possa aver luogo.
Se si ha un attitudine pura, se si ha un sincero interesse per il benessere dell'altra persona, se si è sinceri ed onesti allora si che il dialogo avrà un buon fine.
D'altra parte se anche dentro di noi abbiamo dei conflitti, cercheremo di dialogare ma con delle paure, l'aspetto che mostriamo non si accorda con quello che sentiamo all'interno; se invece riusciamo a controllare la nostra mente e a creare un sentimento di onestà anche noi staremo meglio e ci troveremo nella posizione ideale per avvicinare gli altri.
Ottenere questa pace interiore è di aiuto al nostro stato fisico. Quando abbiamo una mente tranquilla, quando siamo in pace, anche il nostro fisico acquista luce intensa e avremo molti amici perché il nostro comportamento sarà attraente.

Il Dalai lama a Firenze

Al contrario se la mente è agitata, questo si esprimerà anche nel nostro comportamento fisico e lentamente i nostri amici si allontaneranno da noi.
Chi vuole stare vicino a una persona che ha scatti di rabbia o soffre di cattivo umore?
Anche per la pace degli altri è importante che il lavoro parta da noi stessi, calmando la mente. Anche coloro che ci circondano ne trarranno beneficio. Se si possiede una mente rilassata, in pace e serena anche se all'improvviso ci appare qualcosa di molto grave, questo non disturberà più di tanto e, soprattutto, non toglierà la speranza di risolvere quel problema; al contrario se si possiede una mente agitata anche i problemi più piccoli diventano insormontabili in quanto l'agitazione mentale non ci permette di fare niente per risolverli.
L'altruismo, la tolleranza e l'onestà sono qualità interiori che aiutano l'individuo a vivere una vita serena, ma aiutano anche la famiglia in cui viviamo a essere serena e allo stesso modo questa tranquillità si diffonderà nel paese.
Se queste stesse qualità venissero usate nei rapporti tra le nazioni pensate quanti problemi sarebbero evitati!
Tutti noi vogliamo essere felici e non vogliamo soffrire e questo dipende dall'interno di noi stessi, dipende dal modo in cui pensiamo, dipende dal modo in cui indirizziamo la nostra mente, e questa è la cosa essenziale da capire.
In occidente c'è molto progresso materiale, l'istruzione è molto diffusa però sembra che l'attività rivolta al progresso interiore, al progresso della mente sia stata piuttosto abbandonata. Quindi dobbiamo includere nella nostra educazione lo sviluppo di qualità interiori come l'altruismo e la tolleranza.
La tolleranza, l'altruismo, la pazienza e l'onestà sono dei valori umani fondamentali e possono essere considerati a tutti gli effetti valori secolari. Ciascuno è libero di praticare o meno una religione e comunque credo che tutti gli esseri umani siano d'accordo nel desiderare la bontà, l'altruismo, la serenità.
Questa non è una faccenda individuale, ma anche un bisogno della società in cui viviamo.
In Italia è diffuso il cattolicesimo ed è importante che i cittadini di questa nazione ne abbiano cura e ne mettano in pratica gli insegnamenti. È però possibile che alcune persone, per l'esperienza di vita che hanno avuto, non si sentano di seguire il sentiero spirituale dei loro genitori e vogliano qualcosa di diverso; siano attratti dalle dottrine orientali.
Questo è un passo da farsi molto cautamente e bisogna essere estremamente attenti e solo quando si è raggiunta la certezza assoluta che quella è la decisione giusta allora va bene; in fondo si è liberi di praticare qualsiasi sentiero si desidera, ma è un passo da fare con molta cautela.
Quindi se un individuo è attratto dal buddhismo e ha preso una ponderata decisione va bene che la metta in pratica, ma il fatto che la metta in pratica non vuol dire che contemporaneamente debba denigrare quella che è stata la sua religione, la sua tradizione e la sua cultura.
Questo è un gravissimo errore perché la sua religione è stata di beneficio per innumerevoli persone nel passato ed è quindi degna del massimo rispetto; qualsiasi nuova pratica deve essere fatta nel rispetto delle vecchie tradizioni.
Se noi ci impegniamo con fermezza a raggiungere questa pace interiore, questa benevolenza verso gli altri allora sì che possiamo sperare che nel mondo scoppi la pace.
Grazie a tutti.

Traduzione di Valentina Dolara.