Greyston offre alle persone un sentiero, non un programma

di Samuel Fromartz
Greyston Greyston Mandala a Yonkers, New York, utilizza i principi buddhisti per ridefinire il servizio sociale. Oltre a un riparo, un lavoro e cure mediche, offre ai suoi clienti una luce sul sentiero della loro vita.

È un po' disorientante guidare a nord di Manhattan e dentro Yonkers, una zona riservata al proletariato, nel mezzo della ricca, periferica Wetchester County. Dopo aver attraversato lo stretto fiume Harlem sul ponte Henry Hudson, la superstrada Saw River si allarga a nord verso Riverdale, poi rientra nella città di Yonkers. All'uscita della statale e proprio sopra la collina, ci sono abitazioni che risalgono a prima della seconda guerra mondiale, bodegas, negozi per riparazione di pneumatici, e altri piccoli commerci dei dintorni. In quest'area in prevalenza afroamericana e ispanica il reddito medio annuale è di 22.000 dollari.
Continuando a est lungo le strade della città, ben presto appare il fiume Hudson. Le case guardano sul fiume, ma non sono gli edifici lussuosi che ci si potrebbe aspettare con un'imponente vista sul corso d'acqua. (In effetti questi edifici sono stati costruiti in basso, come parte di un progetto di ricostruzione urbanistica, al di sotto delle banchine sul fiume). Sono vecchi, logori edifici abitati dal proletariato più povero. Nascosta da uno degli edifici sull'avenue Buena Vista, c'è un'area circondata da una rete di recinzione che è stata trasformata in un giardino comune. Mais, fagiolini, cavoli, pomodori, peperoni, e fiori crescono in appezzamenti ben curati, molti protetti da espantapajaros, spaventapasseri fatti di vecchi vestiti, berretti, bastoni e manici di scopa.
Il giardino è uno dei sei creati dalla Greyston Foundation, che provvede alle sementi e al terreno, ma affida la piantagione e la raccolta a chiunque desideri un appezzamento. Pensionati, scolari, genitori e famiglie coltivano ortaggi e fiori in dozzine di piccoli rilievi di terra. Le scuole visitano i giardini per progetti di educazione ambientale. Vi si svolgono regolarmente banchetti, giornate di pulizie, celebrazioni. La Greyston Foundation, fondata dal maestro Zen Bernard Glassman nel 1982, sovrintende ai giardini come mezzo per integrarsi nella comunità circostante.
"I giardini, in un certo senso, fanno conoscere Greyston" afferma Charles G. Lief, il direttore esecutivo negli ultimi nove anni dell'organizzazione senza scopo di lucro."Noi ci relazioniamo prevalentemente con persone senza tetto o malate di AIDS o disoccupate. Ma con i giardini, non abbiamo a che fare con le persone per via della loro storia personale, ma semplicemente come modo per costruire una comunità più vasta".
La comunità è stata un tema centrale di Greyston, da quando un gruppo Zen aprì una panetteria commerciale diciannove anni fa allo scopo di dare un lavoro ai disoccupati cronici nel centro città. Da allora la panetteria è cresciuta fino a dare un impiego a cinquantacinque persone. Greyston ha anche costruito 150 unità abitative per senzatetto, anziani e famiglie a basso reddito; ha aperto nella contea di Westchester il più vasto programma di cura dell'AIDS; ha offerto strutture per accogliere i figli dei lavoratori e le famiglie che si spostano per lavoro; ha creato luoghi non settari per la spiritualità, dove si tengono riunioni conciliari perché la comunità possa confrontarsi apertamente o per offrire consigli pastorali alle persone sieropositive o malate di AIDS. Tutto compreso, il bilancio di quest'anno di Greyston raggiunge gli undici milioni e mezzo di dollari, e si fonda sulla vendita di prodotti, gli onorari di servizio, le donazioni e le sovvenzioni governative.
Adesso, ed è forse per ora il suo più sensazionale progetto, Greyston sta costruendo una nuova panetteria da sette milioni di dollari che le permetterà di espandere notevolmente la sua conduzione limitata alle ventiquattro ore e di assumere e istruire un maggior numero di lavoratori. Il nuovo edificio è stato progettato dall'architetto Maya Lyn, molto nota per il monumento in memoria dei reduci del Viet Nam a Washington, D.C. Grayston sta anche ristrutturando altri quaranta appartamenti a basso reddito in un vecchio quartiere povero, e ha acquistato il primo di quattro lotti nel centro di Yonkers dove creerà delle proprietà con case a prezzi abbordabili.

Leshia Young, membro dello staff del Maitri Day Program Leshia Young, membro dello staff del Maitri Day Program

Greyston fa da supervisore a tutte queste attività come parte di una più vasta missione per dare sostegno alle persone lungo il loro percorso di vita. Per esempio, una madre che è stata senza tetto può lasciare il suo bambino all'asilo, in modo da poter partecipare a un programma di istruzione della panetteria. Una volta ritrovata la stabilità, potrebbe un giorno desiderare acquistare un'abitazione del programma di case di proprietà di Greyston.
"La visione di Greyston nella sua interezza è più quella di una comunità che non di un'agenzia di servizio sociale o di affari a scopo di lucro." afferma David Rome, il vice presidente senior dell'organizzazione. "Fa parte di questo lavoro il vedere tutto ciò che facciamo in modo olistico".
Il che è in contrasto col modello filantropico tradizionale, che si ritiene soddisfatto del meritevole compito di fornire servizi alle persone bisognose, che siano pasti, cure mediche o un riparo per la notte. Dice Lief: "Quello verso cui pensiamo di procedere più in profondità è: quando tutte le parti di Greyston si armonizzano in un intero coerente, questo illumina un sentiero per qualcuno? È questo il lavoro più importante che facciamo qui: accendere la luce".
Permeato da questo approccio, Greyston è diventata forse il migliore esempio di buddhismo impegnato in nord America. Ma è anche un esperimento non confessionale, aperto a tutte le tradizioni spirituali presenti in una comunità contemporanea. Molti dei suoi clienti e dello staff sono cristiani fondamentalisti, battisti, mussulmani, ebrei, o non appartengono ad alcuna religione. "Abbiamo creato un posto di lavoro che cerca di non essere settario con le persone che non vogliono identificare se stessi come buddhisti. - dice Lief - Ma nello stesso tempo, qualcuno potrebbe osservare che i nostri sono valori veramente ispirati al buddhismo. Collegare le due cose è parte essenziale del lavoro".
Il fondatore di Greyston, Roshi Bernie Glassman, dice nel suo libro Instructions to the Cook: A Zen Master's Lessons in Living a Life that Matters (pubblicato in Italia da Ubaldini con il titolo Il pane e lo Zen), che le trasformazioni più potenti accadono quando abbracci le cose che abitualmente respingi. Questo processo ti permette di lasciare andare i pregiudizi, pulendo la strada per un nuovo approccio. Questo non significa dimenticare il passato, ma piuttosto lasciar andare l'attaccamento a esso.
Greyston, che Glassman fondò come uno sviluppo della comunità Zen di New York, decise di lavorare con le persone abitualmente rifiutate dalla società. "La nostra cultura non butta nella spazzatura solo gli oggetti, - scrive - buttiamo via anche le persone. Ma se qualcuno è senza casa, o ha l'AIDS, o ha una malattia mentale, o è gay, o è nero, o bianco, o vecchio o qualsiasi altra cosa, non significa che sia spazzatura. Tutti abbiamo qualcosa da offrire". Ricorda la metafora buddhista del loto nutrito nel fango: "Non possiamo lavorare solo con quello che ci piace di noi stessi. Dobbiamo lavorare con la nostra acqua fangosa".
Il libro di Glassman, scritto con il defunto Rick Fields, racconta la storia della fondazione di Greyston. Glassman, un ingegnere areonautico diventato monaco, arrivò a New York nel 1979 per dare inizio a una comunità affiliata al tempio Zenshu-ji di Los Angeles, condotto dal maestro di Glassman, il defunto Taizan Maezumi Roshi. Era sostenuto dalle donazioni e dagli onorari di seminari e ritiri tenuti in un edificio che aveva acquistato a Riverdale, chiamato residenza Greyston.
Cercando un impatto più vasto per il suo lavoro, il gruppo iniziò un'attività che avrebbe potuto costituire un retto modo di guadagnarsi da vivere. I criteri per l'attività erano: non nuocere, diventare un veicolo di istruzione e di crescita personale, essere di supporto a una comunità in crescita, essere accessibile a chi non aveva esperienze precedenti nel campo, creare molti posti di lavoro, diventare un'iniziativa in cui poter dare il meglio, unire impegno, azione sociale e possibilità di guadagno.
Scelsero una panetteria. Con il prestito di 300.000 dollari di un donatore, aprirono l'attività nel 1982. Ben presto, insieme alle sessioni di meditazione sfornarono muffin, focaccine, torte. Dal 1985 iniziarono a vendere la merce a ristoranti e negozi e a fornire lavoro ai residenti del circostante centro città. Infine, vendettero la residenza di Riverdale, pur mantenendone il nome, per spostarsi più vicino alla loro nuova comunità a Yonkers. La Fondazione Greyston è ora situata al piano terra di un vecchio convento cattolico di fronte allo Yonkers General Hospital.
Glassman ha ottenuto un sostegno anche per altre imprese di impegno sociale, come la Ben & Jerry's Homemade Inc., la gelateria di prima qualità a South Burlington, Vermont.
La compagnia ha stipulato un contratto con Greyston per produrre biscotti al cioccolato, un contratto che ora vale quattro milioni l'anno o il 70% dell'attività della panetteria. Greyston si è anche espansa fornendo abitazioni ai senzatetto, aprendo nel 1991 il primo edificio della Greyston Family Inn. Un anno dopo, ha creato la Greyston Health-Services per persone sieropositive o malate di AIDS. Nel 1993, la Fondazione Greyston è stata incorporata come organizzazione generale per queste attività.
Anni prima dei programmi di benessere-per-lavorare, Greyston, come altre organizzazioni di comunità, ha creato per i suoi membri un modo per raggiungere l'auto-sufficienza. Non mira ad 'aiutare' le persone. Ma piuttosto, fornendo istruzione e primi impieghi alla panetteria, e programmi per dare una casa in cui i condomini amministrino gli edifici, ha cercato di rompere il ciclo di povertà e dipendenza.
Ecco perché Lief è attento a non utilizzare i lavoratori come veicolo pubblicitario, come quei cartelloni che ritraggono bambini disperatamente bisognosi di sostegno. È trattarli con condiscendente superiorità, afferma, usare la loro forza lavoro come veicolo di marketing per vendere la merce del forno. Invece, dice Lief, quello che Greyston cerca di offrire è un prodotto "di alta qualità, a prezzo competitivo", che promuova anche una "missione sociale". La differenza si misura in dignità.

Lavoro nella Panetteria Greyston Lavoro nella Panetteria Greyston

Charles Lief venne attirato a Greyston dall'aspirazione di Glassman di creare una comunità spirituale buddhista che lavorasse nel mondo, simile, dice, al lavoro delle comunità ebraiche o delle associazioni caritatevoli cattoliche. Arrivò dalla comunità Shambala in Nova Scotia nel 1992 per allestire un centro di cure per l'AIDS. Poco dopo arrivò David Rome. Entrambi avevano fatto esperienza nel mondo degli affari (Lief era stato un avvocato, Rome un editore) e avevano studiato col defunto Chogyam Trungpa Rinpoche, il fondatore della comunità Shamabala.
"Un vasto corpo di insegnamenti afferma che il lavoro nel mondo è parte essenziale di un praticante completo, - dice Lief - e in un certo senso istituzionalmente non avevamo capito come realizzarlo". Greyston perciò è diventata per Lief un "pezzo mancante": "È stato un importante passo in avanti sentire che mettevo alla prova il mio valore come praticante buddhista".
"Nei primi tempi, Bernie era molto attaccato al principio del mandala, un aspetto preminente nel buddhismo tibetano, - dice Rome - e a ragione o a torto pensava che noi fossimo degli esperti di mandala, avendo studiato con Trungpa Rinpoche, e che saremmo riusciti a dar corpo alla sua visione".
Il piano strategico di Greyston è basato sul principio del mandala, applicato all'organizzazione nel suo insieme e ai particolari delle specifiche iniziative, anche ai progetti finanziari che di un normale progetto d'affari fanno parte. Niente affatto astratto, il modello del mandala fa da guida all'unificazione di Greyston e indica la strada da percorrere.
Glassman ha descritto il mandala di Greyston come un cerchio della vita. Ha quattro elementi esterni, il corpo, il cuore, la mente, e lo spirito, le cui attività o energie sono unificate da un quinto elemento, il sé.
A livello primario, una persona ha bisogno di cibo, vestiti e di un rifugio. Nel mandale questo è il regno del corpo e l'attività dell'arricchimento. Le emozioni, le relazioni e l'amore formano la seconda sfera, il cuore, la cui attività è la guarigione. La conoscenza e l'intelletto sono gli elementi della terza sfera, la mente, la cui attività è la chiarificazione. Il quarto elemento, lo spirito, è definito come un'esperienza transpersonale e universale e la sua attività è la capacità realizzativa (empowering). Il sé integra tutte le sfere e ha un'energia unificante.
Ma il modello non è applicabile solo agli individui, si applica anche all'organizzazione. Quindi, per esempio, il regno del corpo diventa il regno della salute nel mandala di Greyston, perché questa sfera fornisce un riparo e un lavoro per la comunità, attraverso la Greyston Family Inn e la panetteria Greyston. La cura della salute, la scuola materna, i giardini, ogni attività ha il suo posto nel mandala, e corrisponde a energie specifiche. Al centro c'è l'amministrazione, che coordina le parti e fa programmi per il futuro.
Il mandala non è un modello statico; lo si può usare per esaminare il fine delle attività e comprendere a cosa conducano. Per esempio, un senzatetto che entra a Greyston con notevoli problemi di abuso, si concentrerà per prima cosa sul corpo e sul cuore per far girare la sua vita in un altro modo. In termini pratici, si garantirà una casa sicura e quindi lavorerà sulla salute fisica ed emotiva. Una volta stabilizzati questi aspetti, gli altri regni del mandala, la mente e lo spirito, potranno diventare un punto focale più importante nella sua vita.
Questo processo evolutivo sboccia in un secondo concetto buddhista applicato a Greyston: il sentiero. "Si tratta in realtà di quanto ti senta stanco di quello che sei in senso nevrotico. - dice Lief - Se sei stanco a sufficienza di chi sei, inventi dei mezzi creativi per venirne fuori. E sfondare il muro della resistenza è veramente l'inizio di una definizione del sentiero". Fondamentalmente, si tratta di riconoscere che ogni individuo ha il suo personale sentiero, in relazione con la comunità più ampia.
L'anno scorso, Greyston ha assunto anche un vicepresidente dei servizi per costruttori di sentiero, che ha cominciato a lavorare su questi temi con le famiglie di chi è stato in passato senzatetto e con i lavoratori al primo impiego. "È chiaro per ognuno nell'organizzazione, a partire dal comitato dei membri e dei volontari, - dice Rome - che nella mia visione chiunque diventi parte di Greyston può esprimere quello su cui sta lavorando nella sua vita attraverso il suo coinvolgimento in Greyston".
Come l'approccio buddhista influenza il lavoro quotidiano a Greyston? Si manifesta nel silenzio che si osserva prima che inizi una riunione e che permette ai partecipanti di fermarsi, di entrare in contatto col loro stato interiore, di raccogliere i pensieri e di concentrarsi sui temi del giorno. Si manifesta nella "pratica dell'ascolto", un approccio di presenza mentale adottato da Greyston che riconosce l'importanza di essere presenti e di ascoltare gli altri. Afferma Rome: "Per me, è questa la realizzazione del buddhismo, più ancora di aspetti specifici come il praticare meditazione insieme".
Judith Lief, che opera come consulente pastorale buddhista al centro diurno Maitri, dice di imbattersi costantemente in principi buddhisti nel suo lavoro con i malati di AIDS, ma che non ne va in cerca. Sorgono dal lavoro stesso. Sente che il suo lavoro consiste nel far conoscere ai pazienti le pratiche buddhiste o i modi di affrontare i problemi che possano aiutarli. Dunque, per esempio, insegna la meditazione di presenza mentale per consentire alle persone di affrontare il dolore fisico attraverso il rilassamento e il guardare in profondità. Tiene anche sessioni per entrare in contatto con la morte e il morire per le persone che stanno realmente deperendo.
"Volevo cercare di espandere il mio linguaggio per vedere come rivolgere la pratica buddhista a persone che vengono dal proletariato o da classi sociali meno istruite o dalla strada" dice. Ma più spesso sono i pazienti stessi che danno alle questioni un indirizzo che sia in risonanza con la loro comprensione.
"C'è un tema che viene costantemente sollevato ed è il perdono. - dice Judith Lief - La maggioranza delle persone che ho incontrato ha contratto l'AIDS da partner che non avevano rivelato di essere sieropositivi. Dunque lo scoprirlo, di solito grazie a strane circostanze, causa un'enorme rabbia". Nello stesso tempo, raccontando le loro storie, molti comprendono che "la rabbia che provano danneggia loro stessi più di chiunque altro. Sorgono delle domande: come lasciare andare la rabbia? come perdonare? Non sono io a creare tutto questo, sono cose che imparo da loro".
Lief continua a ripetere che l'apertura necessaria per dedicarsi a questi temi deriva dal fatto che queste persone raramente "fanno esperienza di un autentico rispetto. Quindi, anche la più piccola briciola di rispetto e di desiderio di prestare ascolto rivela come un tesoro temi, intuizioni e confusione".

Due piccoli ospiti del Greyston Child Care Center Due piccoli ospiti
del Greyston Child Care Center

Il lavoro al centro Maitri certe volte può sommergerti, ammette. Ed è una bella sfida per una praticante buddhista visto che "ci si aspetta che tu espanda la capacità di relazionarti con la sofferenza presente in tutto il mondo. Come farlo tutto il tempo? Dopo aver passato quattro o cinque ore al centro Maitri, torni a casa e ti senti come se avessi lavorato dodici anni".
Ora riesce a sentire un rispetto più profondo per le persone che fanno quotidianamente questo lavoro e la sua pratica si è arricchita. Afferma: "Mi ispira quanta forza d'animo e calore umano hanno le persone in questa vita terribilmente difficile. Queste persone conservano il senso dell'umorismo, sono molto umili, ricche di intuizioni e mai del tutto rinunciatarie. È un modo di vivere che crea molta umiltà".
In una sala per conferenze rivestita in legno, sono disposte in cerchio una dozzina di sedie. Su una sta un'immagine di Sandra Jishu Holmes, la defunta moglie di Glassman Roshi. Glassman dà inizio a una pratica chiamata "concilio". Ogni mese, chiunque della comunità Greyston può presentarsi alla riunione ed esprimere qualsiasi cosa abbia in mente. È una riunione aperta ai clienti, allo staff, agli amministratori, e ai visitatori occasionali. L'unica richiesta è che si parli dal cuore e si ascolti dal cuore. E ci si impegna a non parlare all'esterno di ciò che si esprime nel gruppo.
La sessione si ispira alla pratica del bastone parlante dei nativi americani. Chi tiene in mano il bastone intagliato e dipinto può parlare. Quando ha finito di parlare, passa il bastone alla persona vicina e così via, la conversazione si approfondisce man mano che il bastone passa e ripassa, anche se la natura circolare del processo non assomiglia alla nozione tradizionale di dialogo in occidente. Alla fine della sessione, che dura circa due ore, la stanza sembra più intima. Persone che non si sono mai incontrate prima si abbracciano, grate per le storie raccontate.
La cosa più sorprendente è che la sessione ha avuto luogo all'interno di un'organizzazione di servizio sociale. Eppure non c'è niente di "istituzionale" in quello che viene fuori. È una condivisione di storie personali da parte di persone che vivono e lavorano in una comunità, con un'onestà che è tangibile.
Forse è questo il vero dono di un approccio ispirato al buddhismo. È un modo per ascoltare, per mettersi in relazione, per fare giardinaggio, niente di più. Se Greyston potrà nel futuro mantenere la sua esplicità identità buddhista, dice Rome: "Ne sarò felice, ma la cosa più importante è che continui a compiere un lavoro autentico".

da Shambhala Sun, luglio 2001
Foto di Peter Cunningham
Traduzione di Chandravimala Candiani