Pena di morte: cosa possiamo fare
Riprendiamo questo appello uscito sull'ultimo numero della rivista americana "Turning Wheel" interamente dedicato al tema della pena di morte.
Negli Stati Uniti, lo Stato uccide
in nome nostro ogni volta che
ricorre a questa ripugnante forma
di condanna.
Anno dopo anno, con il crescere
del numero delle esecuzioni, cresce
anche il nostro karma in quanto
membri di uno Stato sempre più
violento. Per i buddhisti ci sono
molti modi di lavorare per smantellare
questa "violenza autorizzata".
PENSA IN GRANDE
Forse non ritieni che la pena
di morte sia rilevante per l'
attività che stai già
svolgendo su temi come: giustizia
economica, militarismo, risoluzione
dei conflitti, istruzione, ecc.
Dovremmo però fare dei
collegamenti tra le "nostre"
problematiche e le altre perché
di fatto le connessioni esistono,
e riconoscendole saremo più
forti.
Che la California spenda più
soldi per le prigioni che per
le scuole e che tenga quasi 4000
persone nel Braccio della Morte
comporta delle implicazioni ampie
e che portano lontano; così
come le percentuali sbilanciate
sulla composizione razziale e
di classe della popolazione detenuta.
La politica di sentenze draconiane
ha degli effetti sociali ed economici
sulle famiglie e le comunità.
Ecco perché le nostre analisi
devono essere anch'esse ampie.
FAI QUALCOSA
Scegli qualcosa che puoi fare
e falla subito. Nella grande rete
di Indra ogni azione comporta
una differenza.
-Inizia o unisciti a una veglia
prima di un'esecuzione.
-Inizia o unisciti a una marcia
dove l'esecuzione avrà
luogo (C'è una marcia da
San Francisco a San Quintino per
di ogni esecuzione).
-Sii consapevole delle esecuzioni
già fissate. Metti il nome
di una persona già giustiziata
sul tuo altare. Includi nella
tua meditazione di benevolenza
sia i condannati che il personale
che eseguirà la condanna.
-Organizza una seduta di meditazione
straordinaria ogni volta che c'è
un'esecuzione. Informa i mezzi
di comunicazione.
-Collegati a un network per scrivere
lettere sui singoli casi. Scrivi
lettere ai giornali sulla pena
di morte.
-Fai una donazione alla Buddhist
Peace Fellowship (BPF) per inviare
il libro "Finding Freedom"
ai detenuti o alle persone che
lavorano nel sistema carcerario
o nelle carceri minorili.
-Collabora con il progetto della
BPF o con altri gruppi di dharma
che intervengono nelle prigioni.
-Inizia una corrispondenza con
un detenuto.
-Vota per i candidati che non
sostengono la pena di morte.
-Documentati presso i centri che
si occupano del problema.
PRATICA PERSONALE
-Il primo precetto ci dice di
non togliere la vita. La versione
di Thich Nhat Hanh ci chiede di
fare tutto ciò che possiamo
per fermare le uccisioni. Aitken
Roshi suggerisce che questo precetto
comprenda anche l'essere consapevoli
dei nostri pensieri violenti,
in modo da non essere più
accecati e alla loro mercé.
-Sii consapevole delle tue reazioni
quando hai notizie di un crimine.
Cosa pensiamo dell'autore? Nota
la differenza che c'è nei
tuoi sentimenti se si tratta di
un furto, di una violenza carnale,
di un'aggressione o di un massacro.
Come ci sentiamo se l'autore è
una donna o un giovane?
-Osserva come agisce la nostra
mente quando veniamo feriti o
ci viene fatto un torto. Ci sono
sentimenti di vendetta?
-Mantieni ogni giorno una consapevolezza
verso le persone che sono dentro.
Ricordati di loro quando senti
sul viso il vento fresco o il
profumo dei fiori di cui essi
sono privati.
-Ricorda la tua vulnerabilità
e la tua morte.
-Ogni gruppo che lavora contro
la pena di morte o che lavora
nelle prigioni ha un sapore diverso.
Trovane uno che fa per te. Ci
sono tanti gruppi buddisti che
lavorano nelle prigioni.