DAVANTI AL LETTINO VUOTO
Testimonianze di Suor Adele


Suor Adele è una suora dell'Ordine delle Figlie della Carità; dopo aver lavorato per vent'anni in una scuola materna ha poi trascorso tre anni in una casa famiglia per malati di AIDS. Qui si è trovata più volte ad accompagnare giovani donne e bambini alla morte.
Adesso segue al Bambin Gesù, l'ospedale pediatrico di Roma, i bambini ricoverati nel reparto malattie infettive e in rianimazione.
Spesso al particolare calore che riesce a dare nel difficile momento del trapasso, unisce il dono della scrittura.
L'abbiamo incontrata nel corso di una serata del gruppo "Eventi" in cui, con profonda umiltà, ha portato testimonianza del legame di amore che tante volte è sbocciato proprio nei giorni che mettevano fine a devastanti malattie.


"Scrivere è tirare fuori dal tesoro del proprio cuore" ci ha detto citando Matteo (13, 52) "cose nuove e antiche" e quindi ha letto questa poesia scritta per Lorenzo, morto a 11 mesi: "Bobò settete!".

Ti mancavano le piastrine nel sangue.
"Chicco, ma quante partite hai fatto
giocando a 'piastrelle'?
Come hai fatto a perderle tutte?
Ma ora te le rimetteranno
e starai di nuovo bene, vedrai!"

Tre sacche di piastrine da 100 gr.
Nella notte, goccia a goccia
le vedevo scendere,
mentre riposavi
con la boccuccia semiaperta
simile a un boccio di rosa.

Ogni tanto, sorridevi nel sonno:
a chi? Per che cosa? ...
Forse vedevi già la gioiosa moltitudine
di nuovi piccoli amici
con cui avresti presto giocato.

Oppure, pensavi di rifare
alla mamma e alle "zie"
il gioco che ti piaceva tanto.
"Bobò settete!", coprendoti il visino
e scoprendolo (ahimè) un giorno vicino o lontano,
radioso di gioia,
quando ti raggiungeremo.


Ed ecco un altra storia, quella di una ragazza simpaticissima nella casa famiglia che pur avendo sempre la febbre, amava parlare, giocare e scherzare. Durante uno degli psicodrammi che si organizzavano soprattutto quando moriva uno degli ospiti, raccontò un sogno che aveva fatto: era in un prato bellissimo, inondato di luce, dove si rotolava, dove stava bene.
La ragazza improvvisamente si aggravò. Suor Adele l'assistette durante le ultime due notti. Mezz'ora dopo che andò via, la ragazza morì.

Sei una frana (notte 18-19 dicembre 1995)

Il tuo sogno era stupendo!
Un prato meraviglioso, illuminato dal sole
che riverbera sull'erba una smagliante luce gialla.

Per buona parte della notte
ti ho tenuta stretta la mano nelle mie,
cantandoti, parlandoti, invitandoti,
sollecitandoti, rassicurandoti...

Capivo che era giunto il momento in cui
potevi finalmente entrare e bearti
in quel luogo tanto desiderato nel sogno.

Apparentemente non reagivi,
ma sono sicura che mi capivi.
Tre volte mi hai fatto il dono di due lacrimoni.

Ho sofferto nel lasciarti così.
Ancor più ho sofferto nell'apprendere
che circa mezz'ora dopo che ero andata via,
ti sei tuffata nel Prato inondato di Luce...

Chi ti stava vicino
non sapeva di questo luogo.

Ora ho capito perché hai aspettato che io andassi via
non volevi che ti seguissi,
che scoprissi la via misteriosa che conduceva al tuo Prato!

Marcella, "sei una frana!"

(E' l'appellativo che mi desti una settimana prima, quando ti dissi che mi ero dimenticata di portare le carte da gioco).