Progetto
per un gruppo di ascolto
Circolo Shanti
Presentazione del progetto elaborato da Beatrice Taboga del Circolo Shanti e dalla Dott.ssa Donata Cevales, psicooncologa, ed indirizzata ai malati terminali, ai loro familiari o a chi li assiste.
" Una cosa non può essere messa in dubbio: esiste in ognuno di noi la possibilità di una qualità. Possiamo negare tutto, tranne questa possibilità che abbiamo di diventare migliori. Riflettiamo semplicemente su questo".
Dalai Lama
I pazienti oncologici e i loro
familiari sono spesso in difficoltà
nella loro modalità di
comunicazione: la malattia stessa,
il suo decorso, le terapie, il
vortice dei controlli, e la paura
di esprimere le proprie angosce
e il proprio senso di impotenza
possono portare ad una chiusura
in se stessi. Questo può
comportare una difficoltà
nel rapportarsi, una modalità
di comunicazione priva o distaccata
dalle proprie emozioni, un senso
di isolamento e soprattutto la
sensazione che la libertà
e le scelte coscienti non esistano
più.
Vorremmo istituire un gruppo di
ascolto rivolto a pazienti oncologici
ed eventualmente ai loro familiari
proprio per ovviare a questo tipo
di chiusura; creando lo spazio
interno ed esterno adatto ad un
tipo di riflessione diversa. Un
gruppo di ascolto dove si possa
lasciar scorrere nuovamente la
comunicazione, far "agire"
le emozioni, e che possa portare
ad una presa di coscienza di ciò
che siamo stati, che siamo, di
ciò che vorremmo e potremmo
essere per realizzare pienamente
la nostra umanità. Uno
spazio per la nostra dimensione
più vera, la dimensione
che dà un senso a tutto
ciò che avviene nel corso
della nostra vita e che permette
una visione più umana,
più spirituale di ciò
che accade dentro e fuori di noi.
Il gruppo offrirà uno spazio
di ascolto reciproco, per essere
testimoni dei processi interiori
di quanti vogliano comunicare
all'interno di esso, ma al tempo
stesso cercherà di indirizzare
le riflessioni sulla base di tematiche
che di volta in volta saranno
proposte o potranno emergere nel
corso degli incontri.
Un percorso possibile di presa
di coscienza dell'esperienza di
malattia, del corso del proprio
destino e della sua elaborazione
potrebbe essere il seguente:
1 - Malattia come esperienza di
riflessione e comprensione profonda:
poter e voler utilizzare la "crisi"
per acquisire maggior consapevolezza.
E' necessario e può essere
possibile vivere consapevolmente
la propria vita, la malattia,
la morte.
2 - Pausa, come opportunità
di scoprire la progettualità
e il significato della propria
vita, delle relazioni familiari
o di quelle nelle quali si é
inseriti, e della malattia vista
nel suo contesto biografico.
3 - Il significato di "volersi
bene": il rispetto o la dignità,
così come comunemente intese,
possono diventare una difesa per
chiudersi agli altri o alla progettualità
della propria famiglia. Volersi
bene non come isolamento dagli
altri, come egoismo, come "tutto
mi é dovuto". Ciascuno
ha il suo spazio, il suo tempo
ed é responsabile di questo.
4 - Come definiamo i "ruoli"
all'interno del nostro contesto
familiare. La necessità
di prenderne coscienza ed eventualmente
liberarsene.
5 - Paura e sue implicazioni.
Comprendere che quello che ci
dà forza è fare
l'esperienza dell'energia che
nasce dal riconoscere le radici
della paura e dal "lasciar
andare", il contrario della
"rinincia", che sembra
dirci "abbiamo perso e siamo
perduti".
6 - La necessità del "perdono":
al proprio passato, alla malattia,
alla morte, alla famiglia, a se
stessi. Perdono di un familiare,
nel passato, presente e futuro.
Perdono della propria morte.
Perdono: accettare gli altri,
i comportamenti altrui e i propri.
7 - Libertà e responsabilità:
quale é la dimensione all'interno
della quale ci muoviamo? I comportamenti,
il nostro atteggiamento nei confronti
della malattia, della morte, di
un familiare o amico. E' proprio
la nostra modalità di risposta
ad esse che ci fa comprendere
il nostro grado di accettazione
e compassione nei confronti di
noi stessi e degli altri.
8 - Come impiegare il "tempo":
il valore della meditazione come
silenzio produttivo. Differenza
fra fare silenzio ed essere in
silenzio, come mancanza di parole.
9 - Separazione: : le singole
componenti, l'abbandono, la paura,
i sensi di colpa. Separazione
e distanza anche da se stessi,
dalle proprie paure, dai propri
sensi di colpa e dalle proprie
ansie.
Possibilità di non sentirsi
o far sentire abbandonati.
10 - Verità: cosa significa
essere veri e sinceri con sé
stessi e con le persone che ci
stanno vicino.
11 - Fidarsi ed accettare: il
gesto di aprire la mano, per lasciar
posare una farfalla. Aprirsi attraverso
la meditazione, alla situazione
difficile. Lasciar emergere la
nostra capacità di nutrire
una intelligenza calda, aperta,
che può comprendere come
tutto organicamente cambia e di
come accettando i nostri limiti
possiamo, anziché mortificarci
o autocompatirci, scoprire una
profonda fiducia che ci aiuterà
ad abbandonare gli attaccamenti,
le avversioni, le confusioni,
che altrimenti alimentano ancora
di più la nostra sofferenza.
12 - Dipendenza: vari concetti
e definizioni di dipendenza, da
qualcuno, da qualcosa, da se stessi,
da una situazione, da un proprio
desiderio o proiezione nel passato
e nel futuro.
13 - Progetti per il futuro: quanto
dipendiamo dal bisogno di fare
dei progetti, siamo in grado di
farli, a quante paure sono collegati.
14 - Tracce: che tracce di noi
stessi vogliamo lasciare, che
tipo di vita é necessario
condurre per lasciare delle tracce
che siano in coerenza con ciò
che siamo e vorremmo essere.
15 - Rabbia e sentimenti di insoddisfazione,
odio e rancore: come li controlliamo
o li rimuoviamo; qual' é
la strada per liberarci da questa
schiavitù. Mettere in gioco
la propria persona, senza farsi
prendere la mano né da
sentimenti positivi, né
da quelli negativi: avendo coscienza
di ciò che ci accade dentro,
e accorgendoci dell'esistenza
di percorsi inimmaginati senza
farci imprigionare dai nostri
desideri, dalle nostre proiezioni,
dalla nostra mente; liberandoci
da queste emozioni ritroveremo
la pace, l'equilibrio ed il sonno
tranquillo.
16 - Pazienza : scoprire che non
è un segno di debolezza,
ma che da essa emana una grande
forza interiore. Come il nervosismo
e l'irritazione siano i risultati
di un gran numero di cause e condizioni
su cui non siamo abituati a riflettere:
individuandole e lasciandole andare,
possiamo nutrire la pazienza.
17 - Compassione: Contemplando
ciò che è unanimemente
considerato come sofferenza, realizzeremo
insieme quanto profondo è
il desiderio di tutti gli esseri
umani di essere felici e di non
soffrire. Ascoltando la sofferenza,
nutriremo l'aspirazione di consolarci
e di consolare, di amare e colmare
il vuoto. La sofferenza può
insegnarci l'umiltà, aprendoci
al dolore nostro e a quello degli
altri, alla generosità
ed alla compassione. Incontreremo
noi stessi e gli altri sentendoci
vicini e cercando di alleviare
con bontà la sofferenza,
sviluppando l'accettazione la
tranquillità e la pace.
Tali tematiche verranno proposte
di volta in volta proprio per
permettere la creazione di uno
spazio interno di presa di coscienza.
Offriremo anche un momento di
meditazione in modo che il processo
di crescita ed evoluzione di ciascuno
venga interiorizzato in ogni nostra
dimensione (fisica, psichica e
spirituale).
La cadenza degli incontri potrebbe
essere ogni due settimane.
Presentazione del progetto elaborato da Beatrice Taboga del Circolo Shanti e dalla Dott.ssa Donata Cevales, psicooncologa, ed indirizzata ai medici di base, oncologi e palliativisti
Gruppo di ascolto per pazienti
oncologici e loro familiari
Le finalità.
La paura e l'angoscia, che molte
persone esperimentano quando cominciano
ad avere il sospetto di avere
un cancro, le spingono spesso
a mantenere segreti e nascosti
i sintomi.
All'inizio cercano a volte di
negare la realtà, di rimuoverla
perché troppo dolorosa
o nell'illusione di proteggere
i loro cari dall'angoscia conseguente.
Permettere ad una persona di raccontare
la propria storia ed accogliere,
ascoltare le sue emozioni ed i
suoi sentimenti fa parte integrante
di una terapia.
Gli adulti, esattamente come i
bambini, quando sono spaventati
o sono ammalati, hanno bisogno
di poter contare su qualcuno che
sarà lì con loro,
pronto ad ascoltarli e a sostenerli.
Questo ruolo é spesso ricoperto
da un parente, dal partner o da
un amico fidato, ma in assenza
di queste figure, dovrebbe esserci
una persona o un gruppo, professionalmente
preparati, che li possa aiutare
o che possa rendere più
facile la comunicazione.
Secondo il Dr. J.Bowlby della
Tavistock di Londra, un adulto
angosciato, ammalato o molto stanco
manifesta lo stesso bisogno di
un bambino di avere qualcuno vicino
su cui poter fare affidamento.
Esattamente come accade ai bambini,
anche se spesso gli adulti di
ciò non sono consapevoli.
Lo spazio protetto, che dia sicurezza,
é il risultato di un rapporto,
di una relazione nella quale una
persona si sente sufficientemente
accettata e sicura da permettersi
di parlare delle sue paure, dei
sensi di colpa, delle sue resistenze.
Può essere la relazione
tra i membri di una coppia, tra
genitore e figlio, fra medico
e paziente, terapista e paziente,
religioso e credente e così
via. Perché si crei "tale
incontro", dice lo psicoterapeuta
C. Rogers sono necessarie alcune
condizioni tra cui la verità,
l'empatia e la totale accettazione.
Per essere in sintonia é
necessario che la persona che
ricopre il ruolo terapeutico non
rivesta piattamente tale ruolo,
bensì lo svolga, ma in
modo relativamente trasparente,
restando cioè se stessa.
E' a questo bisogno umano di sentirsi
accolti ed accettati, che deve
rispondere un gruppo che si faccia
carico di persone ammalate di
cancro e delle loro famiglie o
di chi sta loro vicino.
All'interno di un gruppo di ascolto
è fondamentale porsi con
un atteggiamento mentale non giudicante.
Solo in questo modo infatti si
potranno affrontare le tematiche
che possono permettere la rielaborazione
della crisi e della sofferenza
provocata da una malattia quale
il cancro; rendendo possibile
affrontare in uno spazio sicuro
e protetto le varie dimensioni
e i significati di una malattia,
della sofferenza e della morte.
Modalità di incontro.
Ogni due settimane verrà
offerta la possibilità
di un incontro all'interno del
quale verranno discusse le seguenti
tematiche:
La struttura della comunicazione
con il paziente oncologico
Quando una persona scopre di avere
il cancro
Saper ascoltare
La dimensione "speranza"
La dimensione personale ed individuale
La sofferenza per la mutilazione
del proprio corpo
Accettazione e compassione
Paure e sensi di colpa
La "fragilità"
dei single
Il singolo individuo inserito
nel suo sistema sociale
Come sviluppare la capacità
di vivere il presente
Guarire /morire: l'esercizio dell'equilibrio
Lasciare andare il controllo
La medicina "alternativa":
illusione o integrazione di scelte
diverse ?
Che aiuti e strade possibili offre
la medicina "alternativa"
La meditazione come percorso interno
e strutturazione della propria
persona
Consapevolezza della respirazione,
la comunicazione non verbale con
chi soffre o sta morendo.
La dimensione transpersonale e
spirituale della sofferenza e
della morte
I bisogni fondamentali della persona
morente
La dimensione spirituale nell'assistenza
ad un morente
Come i bambini affrontano la malattia
e la morte di una persona cara
Un gruppo multidisciplinare (
un medico oncologo e palliativista,
uno psicologo, un esperto di rilassamento
e meditazione, un supervisore)
farà da supporto al gruppo
di ascolto, per rispondere in
modo adeguato e olistico alla
persona ammalata: spesso infatti
si presentano situazioni molto
ingarbugliate, nelle quali i problemi
fisici, emozionali e sociali sono
intricati ed in questi casi sarà
necessario mettere insieme specialisti
di differenti discipline che aiutino
a trovare qualche via di uscita.
Quando gli specialisti sapranno
riconoscere che le diverse abilità
sono spesso necessarie per la
soluzione dei casi più
intricati, sarà possibile
prendersi cura globalmente delle
persone, affrontando insieme a
loro i problemi pratici, emozionali
e spirituali.
In questo modo si cercherà
di offrire ai singoli individui
ammalati e ai loro familiari o
amici un supporto realmente comprensivo
di tutte le dinamiche coinvolte.