FACCIO
VOTO
di Sensei Sandra Jishu Holmes
A un anno dalla sua scomparsa, ricordiamo Jishu - cofondatriceJdallo Zen Peacemaker Order - con queste sue parole pronunciate in un discorso del 1996.
Nel prendere i precetti del bodhisattva,
ognuno ripete: "Faccio voto".
Che cosa significa? Il voto esiste
sia sul piano dell'assoluto che
relativo. I bodhisattva annunciano
pubblicamente di aver realizzato
la mente dell'illuminazione nella
forma dei Quattro Grandi Voti
e dei Sedici Precetti.
Faccio voto di liberare tutti
gli esseri.
Faccio voto di sciogliere tutti
i desideri.
Faccio voto di studiare e praticare
bene per apprendere a findi il
Dharma.
Faccio voto di realizzare la Via
Suprema.
Perché facciamo tutto questo?
Di che cosa si tratta? Guardando
questi voti ci appaiono impossibili,
come praticarli? Dopo aver preso
i voti, non ci sentiamo ancora
arrabbiati, depressi o frustrati?
All'inizio riteniamo che questi
stati d'animo siano degli ostacoli
sul nostro cammino e un segno
del fatto che non siamo ancora
dei bravi praticanti. Ma un po'
alla volta iniziamo a comprendere
che proprio questa è la
nostra pratica, che questo è
il materiale con cui dover lavorare
nella nostra pratica.
In realtà è un'esperienza
del tipo: "Ah sì,
ecco! Ora lo vedo! Ora so che
cosa è la mia pratica.
Ora vedo dove indirizzare il mio
sforzo: per salvare tutti gli
esseri senzienti dovrò
lavorare con la mia rabbia, la
mia ignoranza e aggressività.
La mia pratica spirituale come
bodhisattva consiste proprio nel
portare attenzione a tutto questo
materiale.
Per quanto innumerevoli siano
gli esseri senzienti, faccio voto
di salvarli tutti.
Per quanto inesauribili siano
le passioni, faccio voto di estinguerle
tutte.
Per quanto siano incommensurabili
i dharma, faccio voto di studiarli
a fondo tutti.
Per quanto sia incomparabile la
verità del Buddha, faccio
voto di raggiungerla.
Quando iniziai, volevo che la
pratica mi trasformasse in una
santa, o quantomeno in qualcuno
di cui sentirmi soddisfatta. Ma
il lavoro consiste semlicemente
nell'imparare a vedere e non nel
preoccuparci su chi siamo. Fino
a quando cerchiamo di migliorare
noi stessi, possiamo essere certi
che abbiamo un sé da migliorare.
L'egocentrismo ama l'automiglioramento.
Ramana Maharshi diceva che dovremmo
agire senza pensare di essere
l'attore. Le azioni continuano
anche senza i nostri ego personali.
Una persona entra in una manifestazione
per uno scopo e quello scopo si
realizza che la persona si consideri
l'attore o meno.
Faccio voto di salvare tutti
gli esseri dalle difficoltà.
Faccio voto di distruggere tutte
le cattive passioni.
Faccio voto di imparare la verità
e di insegnarla agli altri.
Faccio voto di condurre tutti
gli esseri verso lo stato di buddhità.
Dogen Zenji disse che si diventa
illuminati attraverso le azioni
quotidiane del corpo e della mente.
Non abbiamo alcun bisogno di cambiare
il nostro corpo e la nostra mente,
perché la realizzazione
diretta della Via non deve essere
rinchiusa da vecchi punti di vista
né deve crearne di nuovi.
Praticare l'insegnamento del Buddha
non vuol dire guardare di lato,
ma stare con ciò che si
incontra, momento per momento.
E' questo che viene chiamato samadhi
o shikan (ossia fare qualcosa
con tutto il cuore). Le nostre
vite brillano con il samadhi,
ma non lo vediamo. Sawaki Kodo
Roshi disse: "Non si mangia
per defecare e non si defeca per
concimare". Non pratichiamo
per diventare una persona migliore,
non diventiamo una persona migliore
per raggiungere l'illuminazione.
Sedendo nel mezzo della nostra
passione, aggressività
o ignoranza, avremo materiale
inesauribile per lavorare con
ogni situazione. Il modo con cui
lavoriamo con la prossima situazione,
non consiste nel cercare di sbarazzarci
di alcunché o di diventare
migliori, ma nel riconoscere finalmente
la nostra reale situazione.
Faccio voto di liberare tutti
gli esseri dalla sofferenza.
Faccio voto di recidere tutte
le afflizioni.
Faccio voto di studiare tutti
i sentieri alla verità.
Faccio voto di compiere la via
dell'iluminazione universale.
Non pratichiamo con l'interesse
di guadagnare l'illuminazione.
Siamo costantemente sospinti a
muoverci dall'illuminazione. La
nostra pratica consiste nel custodire
il cuore in modo che la prima
reazione sia di apertura a ciò
che realmente sta accadendo e
di disponibilità a restare
presenti, senza dover modificare,
correggere o migliorare la situazione
o noi stessi. In altre parole,
i normali fatti della vita quotidiana
costituiscono la nostra pratica.
Essere aperti e presenti è
la nostra pratica.
Gli esseri senzienti sono innumerevoli,
faccio voto di fargli attraversare
l'oceano della sofferenza.
La confusione è inesauribile,
faccio voto di sradicarla del
tutto.
I cancelli del Dharma sono infiniti,
faccio voto di conoscerli tutti.
La via del Buddha è insuperabili,
faccio voto di realizzarla pienamente.
Adesso ho l'opportunità
di compiere i miei voti di bodhisattva.
Dopo aver fatto il Grande Voto,
il bodhisattva appartiene all'intero
universo. Il voto ha in sé
significato universale; il voto
è una forza cosmica.