L'angelo
e il demone hanno lo stesso volto
di Gianpietro Sono Fazion
Quando fu vecchio, Rabbi Moshe
Efraim decise di lasciare la città
di Sedilkow e di trasferirsi a
Mesbiz. Per non farlo andare via
i preposti decisero, durante un'assemblea,
di aumentargli lo stipendio. Quando
lo seppe, egli disse:
"Vi ringrazio, perché
so che in questo modo voi volete
fare una cosa buona per me. Il
mio principio però è
quello di accettare il bene solo
se a esso è legato anche
un po' di male. Questo perché
al mondo non vi è vero
bene, se assieme non c'è
anche un po' di male. Ditemi,
c'è del male in ciò
che avete deciso di fare? "
I preposti non trovarono niente
di negativo. In seguito a ciò,
Rabbi Moshe Efraim andò
ad abitare a Mesbiz.
Yehiel Finer, nato in Polonia
nel 1917, è miracolosamente
sopravvissuto all'olocausto.
Ritornato da Auschwitz, cambiò
il suo nome in De Nur ("Del
Fuoco"), e fu uno dei cento
testimoni chiamati a deporre al
processo Eichmann. In Shiviti
(ed. Sensibili alle foglie), egli
racconta di aver più volte
visto uno shiviti, una specie
di mandala che si trova appeso
al muro di preghiera in molte
sinagoghe tradizionali. Ma il
mandala che si formava nella sua
mente ad Auschwitz era particolare:
"Ho visto lo shiviti, e ho
visto Dio in una nuvola, e lo
spirito di Dio che aleggiava nelle
lettere del suo nome, la sua gloria
che riempiva l'orizzonte, dalla
terra di Auschwitz ai cieli di
Auschwitz, e il volto di una SS.
Al centro dello shiviti si contorceva
un groviglio di serpenti, e sul
capo portavo un berretto da SS,
con l'emblema del teschio sulla
visiera ".
Due anni fa ho incontrato Claude
Thomas, un veterano del Vietnam
divenuto monaco buddhista, attivo
oggi nei movimenti pacifisti in
tutto il mondo. Claude mi disse
che in ognuno di noi vi sono semi
di pace e semi di guerra. Non
possiamo avere gli uni senza gli
altri, concluse. Nel centro del
giardino di Eden Dio fa germogliare,
oltre all'albero della vita, l'albero
della conoscenza del bene e del
male (Genesi, 2, 9). Vita, bene
e male, procedono assieme. Privo
di consapevolezza, io sono l'SS
di Auschwitz. Allora possiamo
dire, come nello shiviti di De
Nur, che Gianpietro e l'SS hanno
lo stesso volto. Procedono assieme,
intersono, come l'albero della
vita e l'albero del bene e del
male in Eden: le loro radici si
intrecciano strettamente sotto
la terra, solo la visione superficiale
ne coglie l'effimera separazione.
La guerra è l'espressione
dell'incapacità di entrare
in contatto con i nostri semi
di male, con la nostra sofferenza.
Rabbi Moshe Efraim con la sua
domanda paradossale tocca il livello
di consapevolezza dell'uomo: quando
si rende conto che per questi
bene e male sono separati, se
ne va. Il nostro volto di demone
e il nostro volto di angelo sono
intimamente uniti. Presentare
il volto di angelo nella consapevolezza
del volto di demone, è
questo il senso del pellegrinaggio.
" Mitezza, non è la
parola chiave? Ciò che
non vuoi sia fatto a te, non farlo
agli altri" (Confucio, Dialoghi,
15,23).