Il pappagallo perduto
di Naomi Shihab Nye


Carlos si mordicchia la matita
Sta cercando di scrivere una poesia-sogno,
ma mi fa un cenno con la mano,
e aggrotta le sopraciglia

Avevo un pappagallo

Carlos parla lentamente, la voce viaggia lontano
per uscire dal corpo

Un pappagallo-sogno?
No, un vero pappagallo.
Scrivi qualcosa su di lui.

Carlos si agita, sembra nervoso, tutti gli altri hanno quasi finito
e lui non ha neppure cominciato

Se ne è andato
Che cosa se ne è andato?
Il pappagallo

Carlos si incurva sul banco, ha la matita stretta in pugno,
e traccia le pesanti lettere.
Fra qualche giorno scriveremo poesie-storie, poesie-suono,
ma per Carlos è sempre il medesimo argomento.

Se ne è andato.

Insisterà a leggerlo e la classe resterà stupita.
La classe è stanca del pappagallo.

Scrivi ancora, Carlos.
Non posso.
Perché?
Non so dove è andato.

Ogni giorno, quando me ne vado, lui fissa il soffitto.
Forse sta progettando una spedizione nelle strade secondarie di San Antonio
armato di retina e di mango maturi.
Troverà il pappagallo annidato in una grondaia.
Questa volta gli farà un'attenta guardia, farà in modo che rimanga.

Prima che l'inverno arrivi e il foglio del suo compito diventi bianco
in ogni direzione.

Prima che ogni altra cosa da lui amata
se ne vada via
.

Traduzione di Laura Bisogniero