"C'è la storia del grande maestro tibetano Marpa, il quale mille anni fa abitava in una fattoria con la sua famiglia. Nella stessa fattoria vivevano anche molti monaci venuti a studiare con il grande maestro. Un giorno, il figlio maggiore di Marpa rimase ucciso. Il padre era immerso in un profondo dolore, quando uno dei monaci andò da lui e gli disse: "Non capisco. Tu ci insegni che tutto è illusione eppure piangi. Ma se è illusione, perché soffri tanto?"
Marpa rispose:
"E' vero, tutto è illusione. E la morte di un figlio è la più grande di tutte".
Egli restituiva dignità al momento, consentendosi una capacità del cuore sufficiente ad accogliere il paradosso che quantunque le cose possano non essere come appaiono, il dolore della separazione da qualcuno che amiamo molto è fra i dolori più grandi di tutta la vita."

da Chi muore? Quando si muore.
di Stephen Levine
(Sensibili alle foglie)


Buone Notizie
sospende le pubblicazioni

Non è stata una decisione facile da prendere, anche se da ormai oltre un anno avvertivamo una crescente difficoltà nell'assicurare continuità e puntualità al giornale. E questo ha certamente influito nel peggiorare la situazione economica che già registrava non poche difficoltà. E così, dopo aver analizzato varie ipotesi, siamo giunti alla conclusione di chiudere questo ciclo.
I motivi sono diversi: dopo sette anni di impegno su base esclusivamente volontaria abbiamo sentito di non avere più energia sufficiente per proseguire. E d'altro canto non siamo stati in grado di creare le condizioni perché si formasse un nuovo gruppo redazionale in grado di garantire continuità al lavoro. L'assottigliarsi di abbonati e lettori non ha fatto altro che contribuire ad accrescere il senso di fatica e incertezza.
Ma forse il motivo più profondo riguarda il percorso che La Rete di Indra ha compiuto fin qui: possiamo dire che in questi anni abbiamo svolto principalmente un'opera di 'dissodamento', ossia abbiamo tentato di affrontare temi e organizzare eventi che favorissero l'emergere di una consapevolezza sociale, almeno in alcuni campi. E, in questo, il giornale è stato uno strumento davvero prezioso. Su queste pagine abbiamo ascoltato voci diverse che a volte ci hanno posto davanti a domande che altrimenti sarebbero rimaste inespresse, in noi prima ancora che intorno a noi. Ben consci del rischio di integralismo presente in ogni istituzione religiosa, abbiamo accolto con gratitudine i racconti che hanno parlato invece di fiducia e apertura nell'incontro con l'altro; le storie di chi aspira a portare testimonianza alla vita nella sua interezza.
Nel far questo abbiamo privilegiato una prospettiva, quella dell'azione sociale basata sul lavoro interiore consapevoli che anche questa, come tutte le definizioni troppo categoriche, tende a tradursi in slogan e dunque a insinuarsi come verità assoluta.
Ora La Rete di Indra sembra stia entrando in una nuova fase, dopo che alcuni di noi hanno trovato una dimensione di servizio a loro più consona in campi specifici mentre altri non sono ancora riusciti a realizzare la loro aspirazione di dar vita a progetti operativi nel nostro pezzettino di mondo.
Tutti sentiamo però come una vera benedizione l'opportunità che ci siamo dati di incontrarci in cerchio, dove impariamo a praticare l'ascolto profondo e la parola sincera. Sentiamo che c'è bisogno di tempo per fare sedimentare emozioni e riflessioni, prima di dar vita a un nuovo progetto, impegnativo come è stato quello di pubblicare un periodico.
Ma ora, che anche formalmente la decisione di sospendere la pubblicazione è stata presa, non vogliamo nascondere il senso di lutto che proviamo.
E la profonda gratitudine che sentiamo nei confronti di tutte le amiche e gli amici che in questi anni con la loro preziosa opera di traduzione hanno consentito al giornale di vivere.

Roberto Mander
Giorgio Lavelli

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