La Rete di Indra è stata formalmente costituita da un gruppo iniziale di praticanti buddhisti provenienti da diverse tradizioni che intendevano in questo modo dotarsi di uno strumento utile per contribuire a nutrire la qualità della compassione in chi già si trovasse impegnato a percorrere un sentiero spirituale e per avviare programmi diretti alla soluzione nonviolenta dei conflitti.
Fin dall'inizio si è cercato di operare con spirito interreligioso e attenti alla collaborazione con chiunque basasse il proprio operare su determinati valori etici, pur non appartenendo a nessuna tradizione spirituale in particolare.
Cercare di introdurre l'esperienza dell'ascolto profondo e la pratica della presenza mentale nella vita quotidiana e nel lavoro sociale è stato il filo sotteso alle varie attività svolte nel corso degli anni, sia che si trattasse, ad esempio, di 'imparare' ad ascoltare la sofferenza dei bambini vietnamiti che aprirsi ai propri meccanismi di autoreclusione.
Dove possibile si è sempre preferito lavorare insieme ad altre associazioni su temi ed obiettivi specifici per non creare inutili duplicati e mantenere uno spirito di servizio e collaborazione.
Rimane aperta all'interno dell'associazione la ricerca di strumenti che permettano ad ogni partecipante la possibilità di esprimere fino in fondo il proprio sentire e di affrontare collettivamente gli aspetti ombra che sono insiti nell'esistenza stessa di ogni forma di lavoro associato.

AREE DI ATTIVITA'

Progetti nel terzo mondo

La Rete di Indra ha avviato nel 1996 una raccolta fondi per i bambini del Vietnam che vengono poi gestiti da Plum Village (la Comunità di consapevolezza creata in Francia da Thich Nhat Hanh).
Dal 1 gennaio del 2003 il progetto prosegue grazie all'impegno di alcuni amici dell'associazione "Essere pace".
Per informazioni o donazioni relative a questo progetto scrivere a: donazionivietnam@esserepace.org.

Nel 1997, grazie alla raccolta di circa 7 milioni di lire, è stato possibile costruire una scuola per giovani monaci in Cambogia, nella provincia di Takeo, in collaborazione con l'organizzazione non governativa cambogiana SEDOC. Da allora ogni anno siamo riusciti a provvedere alle spese di mantenimento grazie ai contributi che riceviamo.
Sempre in Cambogia, seguiamo con particolare attenzione, cercando anche di dare un piccolo contributo annuale, il lavoro della Coalition for Peace and Reconciliation (CPR), un'associazione sorta intorno all'insegnamento e all'esempio di Maha Ghosananda.

La morte e il morire

Nel 1996, dopo un breve ritiro a Roma condotto da Roshi Berni Glassman, si formò un piccolo gruppo di persone interessate a lavorare in questo campo. I partecipanti all'inizio condivisero le paure sulla propria morte e quella dei loro cari, guardando poi a un impegno più diretto a fianco di chi si trova nella fase terminale della vita. Chi ha sentito tale esigenza è stato invitato a unirsi alle associazioni di volontariato già operanti in questo campo.
Solo nel marzo del 1999 il Parlamento ha approvato una legge per istituire gli hospice anche in Italia, e da poco hanno iniziato a funzionare le prime strutture pubbliche.
Per contribuire a creare una 'cultura dell'hospice', dal 1999 ogni anno invitiamo in Italia Frank Ostaseski, fondatore dello Zen Hospice di San Francisco, per tenere conferenze, seminari e ritiri in diverse città.
Collaboriamo inoltre strettamente con il 'Gruppo Eventi' che dal 1996 organizza a Roma, due volte al mese, un incontro aperto con persone qualificate in diversi campi (giornalisti, religiosi, medici, volontari, ecc), ma tutte impegnate sul tema della morte e del morire. Il 16 giugno 2001 si è svolto con grande successo a Roma un Convegno in occasione della pubblicazione del libro "Sarà così, lasciare la vita?" (edizioni Paoline) che raccoglie una parte di quegli interventi.

Le radici della guerra

Insieme a Claude Anshin Thomas, un veterano della guerra in Vietnam, ordinato nella tradizione Soto Zen da Roshi Glassman nel 1995, abbiamo organizzato conferenze e incontri in quasi tutte le principali città italiane, meridione incluso, in scuole e centri religiosi di diverse confessioni.

Immersioni

Così vengono chiamate nella Peacemaker Community le situazioni in cui si entra in luoghi con cui non abbiamo familiarità, dove non è possibile mantenere il controllo della situazione. I luoghi del non conosciuto, dove portare testimonianza alla vita nella sua interezza.
Dal 1996, ogni anno a novembre la Peacemaker Community organizza un ritiro di 5 giorni ad Auschwitz, in Polonia, lì dove sorgeva il campo di sterminio nazista.

Nel 1999 abbiamo organizzato 2 giorni di 'immersione' nell'ex carcere di Santo Stefano, che sorge nell'omonima piccolissima isola vicino a Ventotene. Uno delle carceri peggiori fino alla chiusura avvenuta negli anni sessanta.
Durante la nostra 'immersione', abbiamo portato testimonianza alla realtà di quel luogo, ascoltando le storie di due amici che hanno entrambi passato moltissimi anni nelle istituzioni totali, uno in carcere e l'altro in manicomo. Abbiamo anche guardato alla realtà della vita quotidiana dove - di volta in volta - ciascuno di noi assume il ruolo di guardiano/detenuto di se stesso e/o degli altri.

Dialogo e guarigione

Un'altra esperienza alla quale guardiamo con grande interesse è quella di One by One (il gruppo di dialogo tra figli di sopravvissuti all'Olocausto e figli di discendenti del regime nazista).
Dopo la visita in Italia nel marzo del 2000 e la mostra organizzata a Roma l'anno successivo, ci auguriamo di riuscire a creare nuove iniziative insieme.

Sensibili alle foglie

Un altro tema per noi molto importante è come favorire la pratica della consapevolezza in situazioni di grande sofferenza di vita. E intorno a questa ricerca è nata la collaborazione con la Cooperativa "Sensibili alle foglie", che si "propone alla società come un laboratorio di ricerca culturale ancorato alle condizioni di vita e all'esperienza diretta dei soci cooperanti. Esperienza caratterizzata dal lungo internamento nelle istituzioni totali e dall'internità al fenomeno armato degli anni settanta".

Ascolto profondo e parola dal cuore

Nell'autunno del 2001 abbiamo iniziato a organizzare dei seminari per sperimentare delle metodologie che mettessero a fuoco l'area della comunicazione. Pensiamo infatti che questo sia un terreno fertile per l'incontro tra lavoro sociale e cammino interiore.

Libri, opuscoli e giornale

Dal 1997, la Rete di Indra pubblica un giornale, Buone notizie, che esce tre volte l'anno e in cui spesso vengono tradotti anche articoli tratti da Bearing witness, il giornale semestrale della Peacemaker Community.
In collaborazione con la casa editrice "Sensibili alle foglie" inoltre abbiamo curato l'edizione di alcuni titoli: Shiviti di Ka-Tzetnik 135633, Chi muore? di S. Levine, Nel grembo del Buddha di G. Harrison, il catalogo della mostra di One by One e, nel settembre 2001, Zen in guerra di B. Victoria. Si tratta di libri legati ai temi intorno ai quali si svolge l'attività dell'associazione.
Inoltre abbiamo pubblicato anche tre brevi testi sotto forma di opuscolo che vengono distribuiti a offerta libera: Passo dopo passo di Maha Ghosananda, L'incenso del cuore che raccoglie i discorsi di Thich Nhat Hanh al ritiro di Rocca di Papa del 1996, Un cammino di liberazione di Claude Anshin Thomas e Fare amicizia con la morte, raccolta di articoli di Frank Ostaseski.

Video

Per scopi educativi abbiamo curato la realizzazione dei seguenti video in lingua italiana:
Portare testimonianza ad Auschwitz, un documentario girato durante il primo ritiro nel 1996.
Un esercito di pace, sulla marcia per la pace e la riconciliazione (Dhammayetra) che si svolge da alcuni anni in Cambogia.
I mulini della morte, che raccoglie la testimonianza di un ex membro della Gioventù Hitleriana.
Il dolore della storia nella storia di ognuno, girato a Roma durante la presentazione dell'esperienza di One by One nel marzo del 2000.

Rete di Indra
Viale Gorizia 25/c
00198 ROMA

indra@alfanet.it

Responsabile: Roberto Mander
Tel./fax: 06 7000478

Un estratto dallo statuto dell'associazione:

L'Associazione ispira la sua attività alla pratica della presenza mentale con esplicito riferimento alla riformulazione fatta da Thich Nhat Hanh dei 5 precetti della tradizione buddhista.
L'Associazione non ha carattere confessionale e non ha fini di lucro.
In particolare si propone i seguenti scopi:
1) Favorire la conoscenza della pratica della consapevolezza con particolare attenzione all'ambito delle attività di aiuto, di volontariato e di qualsiasi altra attività ispirata ai contenuti della solidarietà e della conoscenza reciproca.
2) Creare opportunità e occasioni per coloro che desiderino arricchire la propria ricerca interiore entrando in contatto più diretto con la sofferenza altrui al fine di porgere aiuto;
3) Promuovere e partecipare alla realizzazione di iniziative a carattere interreligioso, interconfessionale o laico che contribuiscano al processo di pace nella società, nelle famiglie e negli individui attraverso un operare non violento, così come alla difesa dell'ambiente nella sua accezione più ampia;
4) Promuovere e favorire la partecipazione a progetti di solidarietà e di aiuto anche materiale a favore delle fasce più deboli della popolazione e di tutti quegli individui che si trovino in condizioni di grave sofferenza fisica, materiale o psicologica, in Italia e nel mondo;
5) Contribuire alla riflessione sul significato più corretto da dare all'espressione 'retti mezzi di sussistenza' in relazione alla propria attività lavorativa vista alla luce della complessità assunta oggi dal processo produttivo.