La Rete di Indra ha curato fino ad oggi l'edizione italiana di alcuni libri in collaborazione
con la casa editrice Sensibili alle
foglie.
Si tratta di un'iniziativa nata dal lavoro maturato intorno all'associazione
e i testi pubblicati sono, in primo luogo, degli aiuti, dei mezzi utili all'impegno
di chi ha scelto di portare testimonianza alla vita nella sua interezza, senza
scartare nulla. Il processo della guarigione ha le sue radici proprio nella
capacità di riuscire a riconoscere e accogliere il sentiero di sofferenza
su cui ci troviamo, guardando sempre più a fondo in direzione del senso
di unità con tutte le cose.
Nel grembo
del Buddha
di Gavin Harrison
Prefazione all'edizione italiana di Corrado Pensa
£ 30.000
Il 9 luglio 1989 sono risultato positivo al test per l'HIV. Nulla mi avrebbe
potuto preparare all'impatto di una notizia del genere. Ed è come se
nessuna parte del mio corpo sia rimasta immune alla sferzata di quella diagnosi.
Fondamentale nello svolgimento di questi miei ultimi anni è stata la
pratica della meditazione, che ho cercato di descrivere in questo libro nel
modo più completo possibile. Questo viaggio interiore si è rivelato
più ricco e intenso, ma anche più sconvolgente e insidioso, di
quanto avrei mai potuto immaginare. Si sono alternati momenti di alti e bassi,
i primi esaltanti, i secondi terribilmente bui e difficili. Non so come avrei
mai potuto superare questa tragedia se la pratica spirituale non fosse entrata
a far parte integrante della mia vita.
(dall'introduzione dell'autore)
Chi muore?
di Stephen Levine
£ 35.000
L'esperienza di Stephen Levine, maturata negli anni '70 negli Stati Uniti in
un contesto in cui si iniziava a prestare la dovuta attenzione ai problemi dei
malati terminali e di chi presta loro assistenza, ci conduce verso una nuova
prospettiva, solo apparentemente paradossale: a volte è proprio la fase
finale della vita che può offrire l'occasione per abbandonare i modelli
e i ruoli che tanto rigidamente governano l'esistenza di tutti i giorni, permettendo
un'accettazione di rado sperimentata in precedenza.
Un'apertura illimitata a ogni nuovo cambiamento, anche il più sottile,
sia esso piacevole o doloroso, è la migliore preparazione alla morte
così come a un nuovo senso di meraviglia per la vita.
SHIVITI
Una visione
Ka-Tzetnik 135633
Prefazione all'edizione italiana di Rabbi Don Singer
£ 20.000
Questo libro è la testimonianza autentica di un uomo che ha bussato alle
porte dell'inferno per scoprire il significato di ciò che aveva vissuto
molti anni prima, nel campo di sterminio di Auschwitz.
In Olanda il prof. Jan Bastiaans, specializzato nel trattamento delle vittime
dei campi nazisti, aveva scoperto la sindrome da campo di concentramento, da
lui così definita, che consisteva nella forma estrema di una sintomatologia
post-traumatica nota fin dalla prima guerra mondiale. Negli anni '60, in Europa
e in America, l'LSD aveva raggiunto un alto grado di apprezzamento da parte
di psicologi e psichiatri di spicco. Il prof. Bastiaans aveva subito intuito
il valore terapeutico di questa droga che acuiva la coscienza permettendo al
paziente, in presenza del terapeuta, di rivivere gli eventi che erano la fonte
del trauma.
Ma De Nur per due anni fu inamovibile: "Cosa può saperne il professore
di Auschwitz?" Alla fine, tuttavia, decise di sottoporsi alla cura, ma
non era una 'guarigione' quello che cercava, piuttosto una testimonianza più
profonda, una visione più chiara che illuminasse il buio che lo tormentava.
Dirà al professore: Non sono venuto qui da paziente, ma perché
ho saputo che lei possiede la chiave di un cancello che da tempo sto cercando
di varcare. Per cui la prego di aprirmi quel cancello, ma una volta entrato,
di volermi per cortesia lasciare lì, da solo.
L'essenza di questo libro di testimonianza è la profonda presa di coscienza
di Ka-Tzetnik/De Nur. Ci sono volute le esperienze e le visioni emerse all'istituto
di cura olandese più dieci anni di riflessioni e di elaborazione personale
per riuscire a scrivere Shiviti.
(dalla prefazione di Rabbi Don Singer)
Lo Zen alla guerra
di Brian Victoria
Sensibili alle foglie 2001 pp.360
Euro: 18,08
In Giappone, a partire dal 1868, si assiste a un coinvolgimento sempre più
diretto del buddhismo, e in particolare delle scuole Zen, nella politica militarista
ed espansionista del governo. Dalla guerra sino-giapponese, alla guerra russo-giapponese
fino alla II guerra mondiale troviamo puntualmente le gerarchie religiose e
il clero buddhisti perfettamente allineati con la politica imperiale, impegnati
a fornire la giustificazione etica alla guerra e a forgiare lo spirito del "soldato
Zen".
Brian Victoria, studioso, a sua volta praticante Zen, ha il grande merito di
aver portato alla luce nel suo libro proprio questo lato oscuro della tradizione
spirituale del Giappone. Troppo a lungo, e forse con troppa facile disinvoltura,
anche in occidente si è voluta ignorare "la sottomissione totale
della legge del Buddha alla legge del Sovrano" che è stata fatta
propria anche da insegnanti e maestri che pure si ritiene avessero conseguito
profonde realizzazioni interiori. Sono dovuti trascorrere quarant'anni dalla
fine della guerra perché solamente quattro scuole buddhiste giapponesi
ammettessero pubblicamente le proprie responsabilità in quanto accaduto.
Le altre ancora tacciono.
Né serve a evitare gli interrogativi che questi fatti pongono trincerarsi
dietro un superficiale storicismo dal sapore vagamente giustificatorio. Perché
ci fu anche chi - e il libro lo ricorda - davanti alle stesse circostanze storiche,
agì in maniera diversa subendo l'ostracismo dell'establishment religioso
e persecuzioni da parte del governo.
Le vicende storiche dello Zen ancora una volta mostrano i rischi mortali a cui
va incontro ogni insegnamento spirituale quando, trasformatosi in istituzione,
si allea con il potere politico. E allora, che si tratti del primo precetto
buddhista o del quinto comandamento ricevuto da Mosé, si troveranno sempre
ragioni sufficienti per non rispettare il dettato a non uccidere nell'invocare
la distruzione di un nemico preventivamente ridotto al rango di non persona.
Di fronte alle guerre 'sante' che continuano a bagnare di sangue il pianeta,
a volte proviamo non solo smarrimento, ma anche un senso di estraneità.
Ma proprio la conoscenza di quei fatti può suscitarci l'urgenza a guardare
in profondità ai meccanismi che li hanno resi possibili e che appartengono
in qualche modo anche a ciascuno di noi.
One
by One
- mostra di opere di artisti figli di sopravvissuti all'Olocausto e di discendenti
del Terzo Reich.
Euro 10,33.
Si tratta del catalogo della mostra che si è tenuta presso la Casa delle
Letterature di Roma nel gennaio-febbraio del 2001. Oltre alla riproduzione a
colori di gran parte delle opere esposte, nel catalogo compare anche un testo
scritto da alcuni membri di One by One sull'esperienza e la cornice teorica
dei gruppi di dialogo che avvengono annualmente a Berlino.
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