LA SCUOLA DEL MONASTERO DI PREY AR YI E' PRONTA

di Giovanni Giuriati



10 Agosto. Arrivo di nuovo in Cambogia per lavorare ad un progetto di cooperazione con l'Università di Phnom Penh. Prima di partire gli amici della Rete di Indra, tramite Tarquinio, mi avevano chiesto di chiamare il SEDOC per sapere a che punto era giunto il progetto di costruzione della scuola. Sil Vineth, direttore del SEDOC, mi invita a visitare la scuola e, con molto piacere, il fine settimana successivo sono loro ospite. Lì, sotto un grande albero di Bodhi (l'albero sotto il quale il Buddha ebbe l'illuminazione) con i suoi bei fiori rossi, incontro con il Venerabile, capo del monastero, i monaci e i dirigenti della comunità dei villaggi del distretto di Khvao. Assieme si discute l'idea di una cerimonia di inaugurazione. A me la scuola sembra ancora lontana dall'essere finita, ma Sil Vineth e gli operai sono certi che per la fine del mese sarà pronta, nonostante i problemi di siccità e carestia che cominciano ad affliggere la provincia a causa delle piogge che non arrivano.

25 agosto. Mi telefona Sil Vineth e mi comunica che la scuola è finita e che il 4 e 5 settembre ci sarà una cerimonia di inaugurazione alla quale siamo invitati, anche Matilde Callari Galli e Sandra Degli Esposti, colleghe antropologhe dell'Università di Bologna con le quali lavoro ad un progetto di quell'Università per la formazione di operatori nel campo del turismo culturale. Chiedo cosa possiamo portare in offerta e lui mi risponde che un consiglio formato dai monaci e dalle autorità dei villaggi vicini ha deciso che delle eventuali offerte vadano date ad un gruppo teatrale locale che si è formato da pochi mesi e che ha bisogno di fondi per acquistare delle stoffe per i costumi. Aderisco con entusiasmo constatando come la vita del monastero sia parte integrante della vita comunitaria; anche i miei interessi musicali, come sempre avviene in Cambogia, sono accolti dal grande senso di ospitalità della gente khmer.

5 settembre. Arriviamo al monastero di Prey Ar ... in macchina da Phnom Penh la mattina per la cerimonia di inaugurazione. Ci aspettano il responsabile del SEDOC Sil Vineth ed i monaci, assieme alla gente dei villaggi vicini. La scuola è finita ed è molto bella, decorata per l'occasione. La scala ha ora una funzionale e solida ringhiera. Tutto è a posto, anche i dettagli.
Ai discorsi del capo del distretto, di Sil Vineth, del Venerabile monaco capo della pagoda e mio (nominato sul campo 'Indra representative', cosa che mi onora) segue uno spettacolo del gruppo teatrale con i nuovi costumi. Si tratta di una dimostrazione dello Yike, un genere di teatro fantastico, con scontri tra principi e demoni, per cui la provincia di Takeo (di cui il distretto di Khvao fa parte) è famosa in tutta la Cambogia. Gli artisti avevano cantato e recitato per tutta la notte precedente, ma hanno proseguito per circa un'ora la mattina a beneficio nostro e di una troupe del telegiornale nazionale (Rete 5) che l'indomani, durante le news di mezzogiorno, trasmetterà un servizio di ben 5 minuti sulla cerimonia.
Dopo lo spettacolo ha luogo la cerimonia del taglio del nastro e della visita inaugurale dell'edificio. Alla nuova scuola abbiamo portato in dono, con Matilde e Sandra, alcuni ritratti del Buddha, quaderni, penne e matite. I ringraziamenti si mescolano con i nuovi progetti e le nuove idee da proporci. Poi pranziamo tutti insieme sotto l'albero di Bodhi. Anche il Venerabile si unisce a noi in conversazione. I ritratti sono già stati appesi.
La scuola è bella, è venuta bene e funzionale. Secondo il modello tradizionale ha due grandi stanze, la prima già attrezzata con i banchi. E' stato anche trovato, cosa non facile oggigiorno in Cambogia, un maestro che verrà ad insegnare dalla pagoda vicina.
Trasmetto i grandi ringraziamenti di tutta la comunità di Khvao alla Rete di Indra che ringrazio anch'io di cuore per avermi consentito di partecipare a questo progetto rappresentandola in loco ed estendo a tutti l'invito di andare a visitare la scuola ed il monastero. L'interesse, la solidarietà e la presenza internazionale rispettose della cultura locale sono un bene prezioso per la Cambogia, specie per le comunità rurali. E' ciò che questo progetto mi ha consentito di constatare ancora una volta.

(da "Buone Notizie", anno 1998 n°3)